Arrestato dalla polizia in Toscana il pilota del barcone in viaggio una settimana fa nel canale di Sicilia, e diretto in Italia, su cui, in una lite per motivi religiosi, sarebbero stati lanciati in mare una decina di migranti cristiani da parte di alcuni musulmani.
Il pilota, un senegalese di 26 anni, si stava confondendo con gli immigrati ospitati in una struttura di accoglienza a Foiano della Chiana (Arezzo). L’uomo sarebbe stato riconosciuto come lo scafista di quel natante di fortuna.
Il 26enne arrestato dalla squadra mobile di Arezzo si chiama Shea Cheiko ma ha fornito vari alias, tra cui Seckou Diop. Aveva eluso i controlli confondendosi con i migranti che, dopo la prima accoglienza, erano stati smistati a Foiano. Il gip di Palermo Guglielmo Nicastro aveva convalidato nei giorni scorsi i fermi di tutti e 14 gli extracomunitari finiti in cella con l’accusa di aver aggredito e ucciso i migranti.
Il giudice, accogliendo la richiesta della procura palermitana, aveva disposto per tutti la custodia cautelare in carcere. L’indagine, condotta dalla polizia e coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Maurizio Scalia, ha preso il via dalla testimonianza dei superstiti che hanno riconosciuto nei 14 fermati i musulmani autori dell’aggressione e dell’omicidio del gruppo di cristiani che viaggiava sull’imbarcazione. Il barcone era stato soccorso dalla nave ‘Ellensborg’.
Il 26enne arrestato in Toscana, secondo gli elementi a disposizione della squadra mobile di Arezzo, sarebbe stato proprio il conducente del barcone dove avvenne la lite. Anche lui è di religione musulmana. Da chiarire se fosse stato pronto a tornare in Africa per compiere altri viaggi, oppure se aveva pagato il proprio viaggio offrendosi come ‘scafista’. Attualmente il 26enne si trova in carcere a disposizione del sostituto procuratore aretino Julia Maggiore.