La nave Gregoretti, della Guardia costiera, con a bordo 27 dei 28 superstiti del naufragio a largo della Libia è arrivata, poco prima della mezzanotte di lunedì 20 aprile, nel porto di Catania. Ad accogliere l’imbarcazione sulla banchina del molo etneo il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, in rappresentanza del governo.
Tra i superstiti, anche due scafisti. “Sono il comandante, tunisino, e un suo assistente, siriano“, ha detto il ministro dell’interno Angelino Alfano. Sono accusati di omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento d’immigrazione clandestina.
Lo scafista che era al comando del barcone naufragato al largo della Libia, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con mercantile King Jacob che era giunto in zona per prestare i soccorsi. La ricostruzione è di alcuni sopravvissuti alla tragedia.
I due, ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi, sono stati indicati dai sopravvissuti che erano a bordo della nave Gregoretti e riconosciuti anche dal giovane del Bangladesh ricoverato in ospedale a Catania a cui sono state mostrate delle fotografie.
“Abbiamo confrontato le testimonianze, c’erano un po’ più di 800 persone a bordo, tra cui alcuni bambini di 10, 12 anni. C’erano siriani, circa 150 eritrei, somali. Erano partiti sabato alle 8 da Tripoli”. A riferire le ultime informazioni sul naufragio avvenuto domenica nel Mediterraneo è stata Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr – Acnur).
Intanto, un nuovo appello all’Unione europea perché trovi nuove strade per gestire la questione migratoria è arrivato ieri da François Crépeau, relatore speciale dell’Onu sui diritti dei migranti. “Gli stati di frontiera come l’Italia non possono essere lasciati soli nel portare la responsabilità di salvare vite. La frontiera marittima italiana è una frontiera comune europea. Avere una frontiera comune implica responsabilità comuni”, ha detto all’agenzia Misna.
“La migrazione irregolare continua ad avvenire a causa di fattori persistenti e sempre più aggressivi, come guerre, conflitti, persecuzioni, cattiva capacità di governo ed estrema povertà. Le morti degli ultimi giorni sono solo l’inizio, l’Europa deve agire in maniera innovativa per salvare vite”, ha specificato Crépeau. “Stiamo parlando – ha concluso – di persone che muoiono mentre gli stati hanno la capacità di salvare vite”.