Rotte le trattative tra Fim, Uilm e Ugl e la Whirlpool. I sindacati chiedono immediata convocazione del Governo. Le tre sigle dicono no alla chiusura degli stabilimenti ed ai licenziamenti. A renderlo noto fonti sindacali. Whirlpool, ”pur non avendo avuto oggi l’opportunità di entrare nei dettagli del piano industriale per l’Italia con le organizzazioni sindacali, ha ribadito la massima disponibilità ad un confronto aperto, trasparente e collaborativo con tutte le parti coinvolte sui contenuti del piano”. Così la multinazionale in una nota.
La Whirlpool è ”fortemente convinta della solidità e della validità del piano industriale, finalizzato – si legge ancora nella nota – a dare continuità e un futuro sostenibile all’azienda in Italia, attraverso il riassetto della produzione e l’innovazione di processo e di prodotto”.
”Il livello di investimenti, pari a 500 milioni di euro – sottolinea la Whirlpool – rilancia di fatto il Paese, ponendolo al centro della strategia europea dell’azienda”. E la multinazionale, al termine dell’incontro a Roma con i rappresentanti dei coordinamenti nazionali e territoriali (Fim, Fiom, Uilm, Ugl) e le Rsu dei lavoratori, ribadisce di essere aperta al dialogo, sui contenuti del piano, ”come nella tradizione delle relazioni industriali dell’azienda”.
Ma non si fermano nel Casertano le proteste dei lavoratori contro il piano industriale di Whirpool-Indesit che prevede 1.350 esuberi.
A preoccupare i dipendenti anche la chiusura di due siti produttivi fra i quali quello di Carinaro (Caserta). Quattrocento lavoratori di questo stabilimento hanno bloccato i magazzini, a poca distanza dalla fabbrica, che servono da deposito e da cui escono i prodotti della multinazionale americana realizzati nel Casertano e nel sito di Napoli.
Un altro gruppo ha invece bloccato l’ingresso di un altro deposito da cui escono prodotti anche di altre aziende.
”Faccio il sindacalista da troppi anni per non sapere che è impossibile che un colosso come Whirlpool presenti un piano industriale per l’Italia senza che la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo economico non ne sapessero nulla”. Così il segretario regionale della Fiom Cgil delle Marche Giuseppe Ciarrocchi. ”C’è un gioco delle parti ad alto tasso di commedia dell’arte” aggiunge. Per questo la Fiom oggi avrebbe preferito proseguire il confronto con l’azienda, ”vedere il piano nel dettaglio”.
Fim e Uilm, continua Ciarrocchi, hanno deciso di alzarsi dal tavolo della trattativa, ”per chiedere l’apertura di un tavolo istituzionale. Ma il tavolo istituzionale era già stato annunciato dal ministro Federica Guidi, di fatto esiste già. Siccome però – osserva il segretario Fiom – non non siamo come gli altri sindacati, non facciamo trattative separate, abbiamo preso atto che non c’erano le condizioni per proseguire il confronto con Whirlpool. Ma non siamo noi che abbiamo abbandonato la riunione”.
Nel frattempo ”l’azienda, che continua a descrivere il suo piano come il migliore possibile, ha annunciato che andrà a presentarlo nei singoli stabilimenti, con il rischio di un’ulteriore frammentazione”. Sulle richieste a Whirlpool però Fiom, Fim, e Uilm sono concordi: ”diciamo ‘no’ alla chiusura dei siti produttivi Indesit di Caserta, None e Albacina, e chiediamo che l’azienda salvaguardi l’occupazione e la missione produttiva degli impianti”. La trattativa ”non sarà né facile né breve”, e l’ostacolo maggiore, secondo Ciarrocchi, resta quello originario: ”Whirlpool e Indesit sono due aziende ‘specchio’. L’accordo del 2013, che la Fiom non voleva, era un atto di prevendita di Indesit: nascondeva gli esuberi e non era supportato da un vero piano industriale”.
”La priorità sono i 900 lavoratori di None e Carinaro senza prospettive industriali, oltre al tema dell’accorpamento dello stabilimento di Albacina con Melano. Whirlpool ha risposto che il suo piano è il migliore possibile, e a quel punto abbiamo ritenuto che la trattativa dovesse essere portata al tavolo ministeriale”. Lo dice Andrea Cocco della Fim Cisl di Fabriano, dopo l’incontro l’interruzione delle trattative fra Whirlpool e sindacati sul piano industriale per l’Italia. ”Bene la convocazione del tavolo al Mise per il 27 aprile – aggiunge Cocco -, perché nel 2013 con Indesit abbiamo firmato un accordo, e il ministero deve assumersi le proprie responsabilità e far rispettare quegli impegni”. La richiesta di aprire il tavolo ministeriale è stata trasmessa anche alla Presidenza del Consiglio. A sostegno della vertenza i sindacati hanno indetto 12 ore di scioperi articolati, che si dovrebbero tenere entro metà maggio.