Il naufragio nel Canale di Sicilia di oggi a 60 miglia a nord della Libia, in cui si ipotizza abbiano perso la vita 700 migranti, sarebbe così la strage più grave dal dopoguerra che si è verificata nel canale di Sicilia, peggiore anche della strage di Lampedusa del 3 giugno 2013, che fece 366 morti e 20 dispersi. Ha parlato di “ecatombe”, se il bilancio delle vittime fosse confermato, anche l’esponente dell’Unhcr Carlotta Sami a Rainews24.
Prima di queste ultime, la tragedia più nefasta tra quelle accertate – perché molte nel Canale di Sicilia hanno avuto un bilancio di vittime rimasto imprecisato – era la cosiddetta strage della notte di Natale del 1996: in un tragico tentativo di sbarco al largo di Capo Passero, persero la vita 283 clandestini tra pakistani indiani e cingalesi Tamil.
Erano stipati su un mercantile che trasportava circa 450 immigrati. Il cargo si fermò tra Malta e la Sicilia, in attesa dell’arrivo di un’imbarcazione più piccola sulla quale trasbordare i migranti che dovevano raggiungere le coste siracusane. Un sistema adoperato dal racket dei clandestini per ridurre al minimo i rischi e massimizzare i profitti. Ma le cattive condizioni del mare provocarono un incidente: durante l’operazione la nave ”madre” sperono’ la carretta che in pochi istanti si inabisso’ con il suo carico umano. Strage per la quale sono stati condannati a 30 anni di reclusione l’armatore pachistano Ahmed Sheik Turab, che organizzo’ il viaggio e il libanese El Hallal Youssef, comandante della nave madre. Bilancio pesantissimo anche per un altro naufragio avvenuto il 6 aprile di 2011: nella notte un barcone con 300 profughi a bordo provenienti dall’Africa sub-sahariana e partiti dalle coste libiche, si ribalto’ nelle acque maltesi, a 39 miglia dalla costa di Lampedusa: se ne salvarono solo 51. I migranti,dopo aver visto il mare gonfiarsi, con un telefono satellitare erano riusciti a chiamare le autorità di Malta, che girarono la segnalazione ai colleghi italiani: ma quando i mezzi di soccorso tentarono di “agganciare” la carretta senza più governo, e che già imbarcava acqua, lanciando una cima, l’imbarcazione si rovescio’. E così si compì la tragedia.