Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato in Vaticano per la prima visita di Stato a Papa Fracesco. Il capo dello Stato è stato accolto nel cortile di San Damaso dal prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Ganswein e dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Daniele Mancini.
“La carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità”. Lo ha affermato Papa Francesco nel suo discorso a Mattarella, al termine dell’incontro privato. “Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”, ha ricordato sottolineando che “tra i diversi beni necessari allo sviluppo di ogni collettività, il lavoro si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera”. “Per un’ordinata crescita della società è indispensabile – ha scandito – che le giovani generazioni, tramite il lavoro, abbiano la possibilità di progettare con serenità il loro futuro, affrancandosi dalla precarietà e dal rischio di cedere a ingannevoli e pericolose tentazioni. Tutti coloro che detengono posizioni di speciale responsabilità hanno perciò il compito primario di affrontare con coraggio, creatività e generosità questo problema”.
Mattarella, accompagnato oltre che dalla delegazione ufficiale anche dalla figlia Laura e da 5 nipoti (Manfredi, Maria Chiara, Costanza Comella, Sergio e Piergiorgio), ha ricevuto gli onori della Guardia Svizzera e nel cortile è stato eseguito l’inno di Mameli. Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni fa parte della delegazione ufficiale che accompagna il presidente.
Mentre la figlia Laura con i nipoti visitava altri ambienti della Seconda Loggia del Palazzo Apostolico, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha raggiunto la sala del Tronetto, dove c’era ad attenderlo il Papa. Anche Francesco aveva uno stile informale come quello del presidente (che indossa un semplice abito blu senza onorificenze) e non indossava la stola che è prescritta dal cerimoniale.
Il saluto tra i due è stato molto semplice, un “buongiorno” appena sussurrato dal pontefice al quale il Capo dello Stato ha risposto ripetendo “grazie”. Il colloquio privato, durato 23 minuti, si è svolto nella adiacente biblioteca dell’appartamento. Mattarella e il Papa hanno atteso in silenzio che uscissero i fotografi e i cameraman. Alla fine del dialogo tra i due, la figlia e i nipoti di Mattarella sono stati accompagnati dal Papa per un saluto.
La visita di Mattarella in Vaticano, “a soli due mesi” dall’elezione “manifesta le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l’Italia”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nel suo saluto al Capo dello Stato, ricordando che “tale gesto” si pone “in continuità” con le visite di Napolitano e con l’ormai lunga tradizione, che “in particolare dal periodo conciliare, vede infittirsi le occasioni d’incontro tra le supreme Autorità civili italiane e quelle della Chiesa universale”. “I Patti Lateranensi, recepiti dalla Carta Costituzionale repubblicana, e l’Accordo di Revisione dei medesimi hanno offerto – ha affermato il Papa – un solido quadro di riferimento, all’interno del quale si sono pacificamente sviluppati e rafforzati i rapporti tra Italia e Santa Sede, garantendo la reciproca sovranità e indipendenza e al tempo stesso il mutuo orientamento alla fattiva collaborazione, sulla base di valori condivisi e in vista del bene comune”.
Concluso il momento dei discorsi ufficiali, Papa Francesco e Mattarella si sono scambiati i doni: il Presidente ha portato un disegno originale e bellissimo di Pericle Fazzini, il “Volto di Cristo coronato di spine” ed ha ricevuto una medaglia in oro del Pontificato, con il motto “Familia Christiana Ecclesia Domestica”, realizzata dalla Zecca su mandato dello Stato Città del Vaticano: è opera di Chiara Principe ed è incastonata in una scultura fusa in bronzo, ornata su entrambe le facce da due simboli: i tralci d’uva che rappresentano l’Eucaristia e richiamano alla “Vigna del Signore”, e il pavone che simboleggia la Risurrezione. Medaglie più semplici il Papa ha poi consegnato ad ogni membro della delegazione italiana donando a ciascuna delle loro consorti un rosario.