Una vergogna senza fine. Fanno ancora discutere gli striscioni esposti dai tifosi della Roma contro Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito. Stavolta a commentare lo sgradevole episodio è Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Raciti: “Tavecchio vuole eliminare gli striscioni dagli stadi italiani? Io sarei più dura, chiuderei le porte dello stadio. Chi vuole vedere la partita la vede a casa”.
Una dura presa di posizione, espressa a margine dell‘incontro ‘Vivere lo stadio: una passione a rischio?’ in corso all’Università La Sapienza di Roma. “Ma siamo un Paese democratico – si ravvede la signora Raciti – le persone che subiscono e le persone buone sono espressione di civiltà e lasciano agli altri la libertà di scegliere come comportarsi”.
L’episodio ha gettato del sale su una ferita difficile da rimarginare, l’uccisione del marito in occasione di quel maledetto derby del 2007 tra Catania e Palermo disputato al ‘Massimino’ in un’atmosfera surreale: “Mi ha fatto male – ammette Marisa Grasso – conosco il dolore, preferirei il rispetto nei confronti dei familiari. Mi è dispiaciuto molto”.
A otto anni dalla perdita del coniuge, il mondo del calcio italiano ha fatto qualche passo in avanti: “Qualcosa è cambiato – il pensiero della vedova Raciti – soprattutto nelle misure di prevenzione c’è più severità. Mentre prima non si accorgevano della gravità della situazione, adesso sono state prese delle misure più severe”.
La fonte del problema, però, è un’altra, ed è rimasta sostanzialmente immutata: “A livello culturale è cambiato poco e la cosa è preoccupante. Mi terrorizza il pensiero che possano essere ripetuti fatti che ho conosciuto e visto e che ci possano essere altre perdite”, conclude.