“Nel dicembre 2012 io cercai di verificare l’esistenza di eventuali rapporti di Massimo Carminati con uomini della nostra Amministrazione. Li ho cercati, ovviamente, tra le persone provenienti da una storia di destra, ma non potevo certo immaginare che questo contatto potesse passare attraverso Salvatore Buzzi, il quale in nessuna occasione, mai, mi ha anche solo citato l’esistenza di questo rapporto”.
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato ascoltato dalla commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosy Bindi a Palazzo San Macuto, a proposito dell’inchiesta cosiddetta Mafia Capitale della procura di Roma, in cui è spuntato anche il nome dell’ex primo cittadino.
“Massimo Carminati – ha spiegato Alemanno in Antimafia -, pur non avendo pendenze con la giustizia prima dell’arresto del 2 dicembre 2014, non avrebbe mai potuto accreditarsi con le nostre istituzioni, essendo un pregiudicato senza nessuna particolare rappresentatività sociale. Si era tenuto lontano dalla politica di centrodestra, non aveva mai aderito o parteggiato per An o per il Pdl, non ha mai cercato contatti con il sottoscritto, era sconosciuto a quasi tutti i dirigenti e i politici del Campidoglio. Non ho nessun elemento di conoscenza soggettiva, se non quanto letto nelle carte dell’inchiesta e sulle pagine dei giornali, per giudicare l’attività di Carminati sul territorio. Quello che so per certo è che la sua esistenza non era una notizia diffusa in Campidoglio, tanto meno qualcuno mi mise in guardia su un suo possibile ruolo di condizionamento nell’Amministrazione”.
Parlando di Salvatore Buzzi, Alemanno ha detto: “È per me francamente difficile comprendere cosa abbia portato un già accreditato e potente rappresentante della cooperazione sociale come Salvatore Buzzi, a costruire un rapporto stabile con una persona comunque problematica come Massimo Carminati, anche a prescindere dalla reale natura di questo rapporto”.
Alemanno ha quindi sottolineato che “il rapporto tra Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, e tutto quanto può essere derivato da esso, è rimasto ignoto, oltre che al sottoscritto, anche a tutti gli organi di informazione, a tutte le forze politiche e, salvo la Procura di Roma, a tutte le istituzioni preposte all’ordine pubblico della nostra città”.