Potrebbe essere religioso il movente del duplice delitto che ha portato alla morte di tre persone tra il Piemonte e la Liguria. La fede nel culto sudamericano della “Santeria” avrebbe spinto, Giancarlo Bossola, un poliziotto 60enne in pensione a uccidere ad Alessandria una donna cubana. Poi l’uomo si è tolto la vita schiantandosi con l’auto contro il guard-rail sulla A10 all’altezza di Finale (Savona). Nel rogo dell’auto, incendiatasi dopo l’impatto, è morta un’altra donna, una 47enne sua conoscente.
Sul caso indagano la squadra mobile e la procura di Alessandria ma anche le forze dell’ordine della Liguria. Entrambi i delitti sarebbero stati premeditati almeno tre giorni fa. Sono avvenuti nella notte. Secondo quanto ricostruito finora dalle autorità tutto è iniziato a mezzanotte circa, quando alla polizia di Genova è arrivata una telefonata. Bossola al telefono ha rivelato il primo omicidio e annuncia il secondo: “Andate a casa mia, in via Pascoli, e troverete una donna morta. Ucciderò ancora”. L’indicazione corrisponde al vero. Nell’abitazione i poliziotti trovano, in camera da letto, il cadavere della cubana. Non ha segni di colpi di arma da fuoco o lesioni da accoltellamento: forse è morta soffocata o strangolata.
La donna non è la compagna ufficiale dell’ex poliziotto, ma quest’ultimo la frequentava spesso, sia per motivi sentimentali che religiosi: credevano nella Santeria e praticavano alcuni riti. La donna credeva di essere una sorta di medium, in grado di interpretare la volontà e gli ordini della divinità.
In casa dell’uomo gli inquirenti trovano un documento che dà la svolta alle indagini: una lettera scritta dall’ex poliziotto, in cui annuncia il compimento dei due delitti e anche l’intenzione di togliersi la vita. Bossola spiega anche la volontà di entrambi attuare la volontà divina sulle tre morti.