“Il mio governo non c’entra un fico secco col cedimento del pilone”. Attaccato su più fronti, a partire dal governo di Roma, il presidente della Regione Rosario Crocetta passa al contrattacco. “Invece di fare chiacchiere e di togliere soldi alle Regioni, Roma ci dia i fondi”. Nel frattempo, la Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta sul crollo del Ponte Himera dell’autostrada A19 Palermo-Catania ipotizzando il reato di disastro colposo come già avvenne alla fine del 2014 quando a cedere fu il viadotto Scorciavacche sulla Palermo – Agrigento.
A due giorni dal crollo, con la Sicilia sostanzialmente spaccata in due, la paura è che passino anni prima che la situazione dei collegamenti torni alla normalità. E il problema è soprattutto economico, in una Regione con un Bilancio in bilico e lo spettro di un commissariamento che incombe. “Io non ho trovato nemmeno un centesimo quando mi sono insediato l’8 dicembre del 2012 – prosegue Crocetta. – I primi fondi li abbiamo ricevuti alla fine dell’anno scorso, una settantina di milioni quando ci vorrebbero almeno 2 miliardi per il dissesto idrogeologico ma questo non preoccupa qualche solone di Roma”.
E, mentre il governo di Renzi pensa alla possibilità di gestire direttamente i lavori per il ripristino della viabilità, Crocetta insinua: “Se l’intenzione di Roma è di commissariare la gestione del dissesto idrogeologico per affidarla a qualche amico di corrente o grand commis di Stato, che non abbiamo dubbi farà in fretta magari garantendo gli affari agli amici degli amici com’è avvenuto per le Grandi opere, faccia pure”.
Il governatore siciliano non ha peli sulla lingua rispondendo alla polemica sollevata da Erasmo D’Angelis, il coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, che ieri aveva criticato Anas e Regione per non aver utilizzato i fondi per la messa in sicurezza dell’autostrada A19. Crocetta ieri aveva parlato di “scaricabarile” e oggi è tornato all’attacco: “Basta con questi attacchi alla Sicilia – ha detto – sono diventati intollerabili e inaccettabili. Il pilone non cede per problemi alla struttura o uso di cemento depotenziato, ma per una massa di 4 milioni di metri cubi di terra staccatasi dalla montagna e precipitata fino all’autostrada. Naturalmente è colpa della Regione, anzi del mio governo, c’è un qualunquismo sistematico che caratterizza ormai qualsiasi cosa, dalla vicenda del bilancio regionale a quella sui problemi strutturali”.
E dagli strali del presidente siciliano non si salva nemmeno l’Unione europea: “Da parte di rappresentanti delle istituzioni si ignora che non solo lo Stato ma anche le Regioni ereditano problemi del passato. E si ignora persino che l’Ue vieta di intervenire sulle autostrade con i fondi strutturali, scelta avallata dal governo nazionale, lasciando anche l’Anas all’asciutto per cui non si capisce con quali fondi fare gli interventi”.
“Ribadisco – conclude Crocetta – che l’Anas è un ente nazionale, mentre gli altri chiacchierano io vado a Roma per incontrare il presidente Pietro Ciucci per programmare gli interventi da fare perché non si può lasciare la Sicilia spezzata in due. Mi chiedo se anziché l’Anas ci fosse stato di mezzo il Consorzio autostrade siciliane (Cas) Roma che avrebbe fatto? Mandava i caschi blu dell’Onu?”.