Gunter Grass è stato lo scrittore delle grandi polemiche, tanto che qualcuno pretendeva di ritirargli il premio Nobel per la Letteratura, ricevuto nel 1999, per la sua ammissione di essersi presentato volontario nelle armate di Hitler.
Era l’autore de Il tamburo di latta, nel 1959; da allora, i suoi romanzi descrivono la storia e l’evoluzione della Germania, attirando l’attenzione dei critici e forti polemiche.
Politicamente, si schiera con il Partito socialdemocratico tedesco e appoggiò Willy Brandt. Fu un’icona e un punto di riferimento del movimento pacifista. Fino all’agosto del 2006, quando ormai settantottenne, ammise alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, di aver militato durante la guerra nella 10. SS-Panzer-Division “Frundsberg” delle Waffen-SS, come volontario e non coscritto come si era fino a quel momento creduto, anche se arruolatosi in realtà con il desiderio di diventare sommergibilista.
Una rivelazione che disorientò i suoi lettori, non soltanto in Germania e gli attirò ferocissime critiche, ma anche la difese di chi sostenne che il giudizio critico andasse scisso da quello sul suo passato.
Già nel 1989, in occasione della caduta del muro di Berlino, la sua dichiarazione secondo la quale era meglio tenere separate le due Germanie, perché una nazione unita avrebbe ripreso inevitabilmente il suo ruolo belligerante, scatenò il risentimento nazionalista dei tedeschi.
Altre opere controverse sono ciò che va detto, una poesia contro una possibile aggressione di Israele all’Iran, che gli è costato il bando dal Paese ebraico come persona non grata, e Ignominia d’Europa, in difesa della Grecia e contro l’atteggiamento della Germania e dell’Unione europea nella gestione della crisi greca.
Tra le altre sue opere, Il gatto e il topo, del 1961, Dal diario di una lumaca, del 1972, Parti cerebrali, ovvero i tedeschi si estinguono, del 1980, Mostrare la lingua del 1988 e il Passo del gambero, del 2002.