I Carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio (VA) e del Reparto Operativo di Varese, su tutto il territorio nazionale, alle prime luci dell’alba, hanno dato esecuzione a diciannove ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione, intermediazione, vendita di banconote false. Nel corso dell’indagine sono già state recuperate quasi 6.000 banconote false per un ammontare di circa 50.000 euro.
Inoltre, a fianco dei proventi determinati dalla produzione e utilizzo di banconote false i sodali avevano avviato una parallela attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Quindi i carabinieri hanno effettuato nei giorni scorsi un arresto sequestrando circa 600 grammi di hashish e marijuana.
Nell’operazione sono state impiegate unità cinofile antidroga dei nuclei di Orio al Serio (BG) e Casatenovo (LC), un elicottero dell’Arma del 2° Elinucleo di Orio al Serio e i militari del Nucleo Tutela Lavoro di Varese e del Comando Carabinieri Anti-falsificazione Monetaria di Roma.
Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio su richiesta della Procura della Repubblica, conclude un’attività di indagine avviata dalla Compagnia di Busto Arsizio a settembre 2014, che ha permesso di individuare le responsabilità di un sodalizio criminale composto principalmente da italiani.
Gli approfondimenti investigativi, coordinati dal sostituto procuratore della Procura di Busto Arsizio, Rosaria Stagnaro, hanno permesso di ricostruire le dinamiche interne all’organizzazione che prevede una struttura di vertice, costituita da fondatori e organizzatori dell’associazione criminale, intermediari per la distribuzione di stock di banconote false e da esecutori materiali di cessioni, consegne e utilizzo delle stesse.
L’organizzazione criminale era strutturata su più livelli: accanto ai produttori delle banconote vi era una donna che, unitamente al proprio marito, gestiva l’intera filiera della distribuzione del denaro falso fino a rapportarsi con analoghe organizzazioni criminali in tutto il Sud Italia (in particolare nelle province di Napoli, Catanzaro e Bari). Le banconote contraffatte, difficilmente riconoscibili al tatto e alla vista, venivano inviate a diversi “clienti” i quali, a loro volta, le smistavano ad amici e conoscenti.
In particolare, le banconote, dopo essere state stampate in vari tagli (prevalentemente di 5-10-20 euro) ma anche tagli più grossi (fino 500 euro) all’interno di un garage di proprietà di uno dei sodali residente nel legnanese, venivano distribuite agli altri membri dell’organizzazione e utilizzate per acquisti effettuati presso vari esercizi commerciali presenti su tutto il territorio nazionale.
In alcuni casi gli stessi militari hanno proceduto al sequestro di plichi postali contenenti migliaia di banconote di piccolo taglio (5 euro), inviati dai sodali ad altri membri dell’organizzazione criminale sparsi su tutto il territorio nazionale.
Nel corso delle perquisizioni odierne è stata trovata anche la “stamperia” professionale che avevano messo in piedi i vertici del sodalizio criminale. Le sofisticate attrezzature sono state sequestrate e messe a disposizione degli esperti dei carabinieri dell’Anti-falsificazione monetaria.
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è incredibile che ancora al giorno d'oggi ci siano persone che cerchino di smerciare soldi falsi. Basterebbe che tutti i commercianti si dotassero di una macchinetta verifica banconote false e questi delinquenti la finirebbero.
Bruno