Dopo la conferenza stampa di Matteo Renzi, davanti ai giornalisti sono arrivati i ministri Orlando e Alfano, insieme al procuratore di Milano, per commentare i fatti che hanno tragicamente colpito la città di Milano: la sparatoria all’interno del Palazzo di Giustizia a opera di Claudio Giardiello, imputato di un processo per bancarotta.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, prendendo la parola per primo ha detto: “Esprimo la mia vicinanza e il mio cordoglio alle famiglie delle vittime, alla città di Milano. Ringrazio le forze dell’ordine per l’immediato intervento. Il sistema ha visto il compiersi di errori gravi, abbiamo chiesto di operare nella massima rapidità per ricostruire le responsabilità di questa vicenda ma anche per compiere una riflessione generale sui servizi di sicurezza”.
Anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime: “Quello che è successo a Milano è qualcosa di gravissimo e inaccettabile, che non doveva succedere. Purtroppo ha dei precedenti ma non succederà più. Ringrazio soprattutto i carabinieri per quello che hanno fatto. Il sistema di videosorveglianza ci ha permesso di di individuare la targa e arrivare all’uomo. Un gesto di efficienza che ha consentito la cattura di un uomo che a quanto si è capito era pronto ad uccidere altre persone a Vimercate (dove è stato fermato, ndr). L’intervento dei carabinieri ha permesso che non ci fossero altre vittime. Dobbiamo fare subito chiarezza su quanto è successo e su chi sono i responsabili dell’ingresso di un’arma al Palazzo di Giustizia”.
Claudio Giardiello infatti, secondo le ricostruzioni fornite, dopo essere fuggito dal Tribunale di Milano, è scappato a bordo del suo scooter Suzuki Burgman grigio. Secondo indiscrezioni, stava raggiungendo un altro suo socio che stamane non si è presentato all’udienza fallimentare in cui era imputato. Cinque le pattuglie dei carabinieri intervenute nella sua cattura.
Il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, invece ha dichiarato: “Tutti gli ingressi del Palazzo di Giustizia sono presidiati da metal detector, oggi tutti funzionanti, e sono ripresi da telecamere di sorveglianza: i video sono al vaglio degli inquirenti”.
Bruti Liberati ha poi ricordato le vittime: il giudice Ferdinando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani e il signor Giorgio Erba. “Appiani – ha spiegato il procuratore – era presente in qualità di testimone in aula, il signor Erba era coimputato con Giardiello, l’uomo che ha esploso i colpi, e il dottor Ciampi era nel suo ufficio al secondo piano, dove è stato raggiunto dopo la sparatoria che era avvenuta nell’aula della seconda sezione penale. Una quarta persona, un coimputato, è ricoverata in condizioni abbastanza serie all’ospedale di Niguarda – ha proseguito Bruti Liberati – mentre un altro avvocato è stato colpito da un colpo di arma da fuoco ad una gamba e non versa in pericolo di vita”.
“Questa vicenda non ha ovviamente nessun collegamento con Expo, è nata da quello che è stato avvertito come un dramma personale (il fallimento, ndr) che ha determinato questa esplosione di omicidio” ha continuato Liberati, sulla stessa scia di quanto detto poco prima dal premier Renzi.
Claudio Giardielli “ha agito con fredda premeditazione”: sono queste le parole del procuratore di Brescia Tommaso Bonanno, ricostruendo le fasi dell’aggressione dell’uomo che oggi al palazzo di Giustizia di Milano ha ucciso tre persone. Quello che si sono trovati di fronte gli inquirenti che indagano sulla sparatoria di Milano è uno “scenario di stupore e gravità inaudita perché non si riesce a comprendere come un imputato di un reato, peraltro nemmeno tanto grave, possa giungere a compiere atto così inconsulto e grave” ha continuato Bonanno che ha specificato come il killer ha esploso 13 colpi di arma da fuoco ed era dotato di due caricatori di proiettili calibro 7.65.
Resta da verificare l’ipotesi che Giardielli sia entrato dall’ingresso di via Manara, quello senza metal detector, e se abbia esibito un documento falso o meno ha specificato il procuratore di Milano.
“Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato”: sono state queste, secondo quanto apprende l’ANSA, le prime parole dette da Claudio Giardiello subito dopo essere stato catturato dai carabinieri che lo hanno intercettato a bordo del suo scooter vicino ad un centro commerciale di Vimercate (Monza).
Le indagini sui fatti avvenuti questa mattina al palazzo di giustizia di Milano saranno svolte dalla Procura di Brescia. La competenza di quest’ultima è determinata dal fatto che tra le vittime vi è il giudice Fernando Ciampi, che era in servizio a Milano.
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In veste di “CITTADINO DI QUESTO PAESE” mi piacerebbe che il N/S sig. ministro ANGELINO ALFANO a prescindere dal “fare chiarezza” su come possa essere entrata l’arma nel tribunale, (che senz’altro ravvisa una deficienza nel sistema di controllo) “Spendesse” qualche parola in più sull’ appurare il movente che ha indotto a tali fatti in quanto sarebbe ancor più opportuno appurare il perché si sia verificata una tragedia simile affinché in futuro (indipendentemente) dalle eventuali falle nel sevizio di vigilanza tali fatti non trovino più motivo per ripetersi con buona pace e soddisfazione di tutti, cittadini compresi.