È destinata a far discutere la decisione della Corte d’appello di Torino di ridurre le condanne inflitte in primo grado a tre ultras del Toro processati per il caso del tifoso juventino aggredito e preso a calci in testa davanti allo stadio, nel 2012, prima del derby.
Nonostante le deformazioni permanenti al volto riportate dal tifoso bianconero (costretto anche a sottoporsi a numerose operazioni), i giudici hanno stabilito che non si è trattato di tentato omicidio, quanto di lesioni gravi.
Le pene scendono quindi da nove a due anni di carcere (con la condizionale) per due imputati, e da otto e mezzo a uno e mezzo per un terzo. Confermata l’assoluzione per un quarto ultras.
Il tifoso juventino, che non faceva parte di gruppi organizzati, venne aggredito mentre stava raggiungendo da solo a piedi lo stadio. Per Marco Moda, uno degli avvocati difensori “la sentenza è giusta perché ha ricondotto la vicenda, senza sminuirne la gravità, in una situazione dal punto di vista giuridico più aderente alla realtà. A mio avviso, infatti, l’accusa di tentato omicidio era una forzatura”.