Un provvedimento di sequestro patrimoniale antimafia è stato eseguito dalla polizia nei confronti del direttore del dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Asp di Palermo e presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Palermo, Paolo Giambruno, per intestazione fittizia di beni con l’aggravante di avere agevolato esponenti di Cosa Nostra.
> LA LISTA DEI BENI SEQUESTRATI A GIAMBRUNO
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta della Procura, a conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 29 persone tra cui funzionari, dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale e imprenditori del settore alimentare. L’attività investigativa è stata svolta dalla Digos della Questura di Palermo. Ne è emerso un “sistema di cointeressenze”, a livello imprenditoriale, tra Giambruno e Salvatore Cataldo, elemento mafioso di spicco di Carini (Palermo).
In pratica, sono affiorate numerose irregolarità nell’ambito dei controlli sanitari condotti dal dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Asp sulla qualità delle carni da destinare al consumo, con violazioni di norme e dei principi deontologici pur di tutelare gli interessi dell’allevatore che avrebbe voluto commercializzare capi di bestiame infetti. Solo l’intervento della polizia di Stato ha scongiurato l’immissione sul mercato di carni nocive per la salute dei consumatori.
Il direttore generale dell’Asp 6 di Palermo, Antonio Candela, intanto ha deciso di nominare un legale ”visto che l’azienda sanitaria risulta parte offesa. Il legale è stato incaricato di acquisire la documentazione al fine di attivare con immediatezza tutti i provvedimenti conseguenziali”.