“Sono il bersaglio di una campagna. Il traditore che merita la gogna. Finora non avevo mai reagito per non peggiorare le cose, ma alla fine ho capito che in realtà le peggioro stando zitto. Perché chi è mosso dal rancore non si ferma, più incassi e più attacca. E io devo proteggere i miei figli da questa guerra. Per questo parlo. Per dire: vi prego, basta con questa guerra che fa solo del male”.
Sono forti le parole che usa Raoul Bova, sulle pagine di Vanity Fair, il settimanale che nell’ultimo numero gli dedica la copertina, contro la ex suocera, la quale però non è stata proprio simpatica quando ha scritto la lettera aperta al “genero degenerato”.
L’attore continua a dire che il suo sfogo è stato dettato più che altro da una preoccupazione: cosa potrebbero pensare di lui i suoi figli. “Come deve sentirsi, un ragazzino, nel leggere che il suo papà è un traditore superficiale, che non si è fatto nessuno scrupolo a scaricare la mamma per una ventenne? Le cose non sono andate per niente così, ma lui come fa a capirlo?”.
Bova non fa nomi, ma è chiaro che si riferisca ad Annamaria Bernardini De Pace, avvocato divorzista, collaboratrice di diverse testate giornalistiche, sorella di un editore e madre di Chiara Giordano, da cui Bova si è separato nel 2013 dopo 13 anni di matrimonio e due figli.
Nell’agosto 2014 dopo che la relazione tra l’attore e la giovane e bellissima Rocío Muñoz Morales, il quotidiano Il Giornale, di cui Bernardini De Pace è una firma, ha pubblicato una sua lettera aperta intitolata: “Caro genero degenerato, vai e non tornare”.
L’attore parla per la prima volta di questa “guerra” a distanza. Lui vorrebbe che i rapporti possano essere comunque civili, dato che lei è la nonna dei suoi figli e sulla fine delle nozze ha detto: “Il nostro matrimonio era finito da un pezzo, da ben prima che conoscessi Rocío. A lungo Chiara e io abbiamo cercato di salvare un rapporto in cui credevo, abbiamo fatto tutto il possibile. Ma se dopo molto tempo e tanti tentativi non succede nulla, può capitare di incontrare un’altra persona. Finché un giorno ti chiedi: a quarant’anni devo ancora essere schiavo del mio ideale di famiglia perfetta? (…) Io non sono il tipo di persona che accetta un rapporto di facciata mentre nella realtà uno dei due – o anche l’altro – si prende le sue distrazioni fuori casa. (…) Con che coraggio avrei guardato negli occhi i miei figli, la sera, se avessi dovuto fingere di essere il marito che non ero più?”.
E la situazione non è stato facile nemmeno per Rocío: “Presentata dai soliti giornali alla stregua di un Bin Laden. Rocío, che ha rubato l’uomo a un’altra. E poi calpestare la sua privacy, farla passare per raccomandata… Non era scontato che reggesse, in fondo ha solo 27 anni, ma ha dimostrato una gran forza e il nostro rapporto oggi è persino più solido”.