Palermo-Milan è alle porte, sarà l’ennesimo confronto a distanza tra il presidente rosanero Maurizio Zamparini e l’ad rossonero Adriano Galliani: “Lui è figlio di suo papà, e non c’è bisogno che le spieghi chi è suo papà. Lo aiutai a diventare presidente della Lega, ma gli dissi ‘adesso devi fare gli interessi di tutti’. Col cavolo: fece solo gli interessi del Milan. Come Berlusconi ha sempre fatto solo quelli di Mediaset”, ha dichiarato il patron friulano.
Il mondo del calcio, però, va ben oltre i meri giochi di potere: “Il vizio più grande che ho, più che altro unico, è il calcio. Costoso quanto il gioco o le donne, ma almeno ha un risvolto sociale: può regalare felicità. Il vizio del calcio sta nell’autopiacersi: siamo, o perlomeno sono, vanitoso, amo apparire, essere riconosciuto per strada. Il Venezia lo presi per passione, comprare il Palermo è stata anche una questione di vetrina”.
Nel corso dell’intervista, c’è stato spazio per parlare anche di argomenti più riservati: “Noi bambini di campagna vivevamo in mezzo ai tori e alle mucche, dunque a 5 anni ero già dentro un fosso con un’amichetta – si chiamava Ermelinda – a giocare al dottore, finché non ci scoprì un amico più grande con la minaccia di raccontare tutto a mio padre. A 16 anni invece ero a lezione da un’educatrice, aveva dieci anni più di me, mi ha adescato lei e il ricordo della prima volta ‘vera’ è bellissimo: avevo una maestra che mi insegnava tutto, fantastico”.
Capitolo Iachini. Alla luce degli ottimi risultati ottenuti nelle ultime due stagioni, il tecnico marchigiano sembrerebbe aver attirato su di sé l’interesse di numerosi club di A. Secondo Zamparini, però, il suo futuro sulla panchina rosanero non è in discussione: “Ha ancora un anno di contratto più un altro di opzione, quindi in tutto ha due anni di contratto. Se ho paura di perderlo? No, penso che questi siano rumors. Sono contento per lui, perché vuol dire che è apprezzato in tutta Italia. Io ho parlato con Ferrero, è il presidente più simpatico della Serie A, perché porta tanta allegria in questo ambiente. Non c’è nessun problema con lui”, le parole del presidente del Palermo.
L’interesse per altri sport c’è, ma l’amore per il calcio è la passione più forte di tutte: “Il mio rapporto con gli altri sport? Beh, non ce ne sono stati altri, al di là del calcio. Avevo le gambe come stuzzicadenti, ma ero un grande colpitore di testa – l’elevazione non è tutto, conta di più il tempismo – e avevo una buona tecnica. Giocavo mezzala, a volte punta: oggi sarei un trequartista, ma allora quel ruolo non esisteva. Ho seguito un po’ il pugilato ai tempi di Loi e Mitri, giochicchiato a basket in collegio – oggi in tv guardo l’Nba, il basket che ha ucciso l’altro basket – ma in testa ho sempre avuto il pallone”.
La fede, poi, è stata la luce che ha guidato sin qui il cammino dell’imprenditore friulano: “Tutte le sere, come facevo quando avevo cinque anni, dico ancora le preghiere che mi ha insegnato mia madre, però in una chiesa entro solo se è vuota: non è andando a messa che riesco a parlare con Dio. È lo stesso spirito con cui entro in una moschea, perché tutti i luoghi di preghiera sono luoghi di speranza e tutti gli dei sono giusti”.
Il rapporto con la classe politica italiana non è proprio dei migliori: “Per 25 anni ho avuto un aereo privato e sono arrivato a fare 400 ore di volo in un anno: anche quattro appuntamenti di lavoro in quattro città in un giorno, un bel risparmio di tempo. Ora lo Stato canaglia, che non trova di meglio che razziare il Paese, mi ha detto che devo andare in bici o in treno, che un aereo mio non posso averlo più, e me l’ha detto a modo suo: cartelle esattoriali insostenibili su ogni volo. Così ora mi sposto molto meno, anche perché non sono un grande viaggiatore per piacere: amo le comodità della casa, mi muovo solo per vacanze di totale relax”.
La perdita della madre quando aveva soli 23 anni è stato un dolore che non ha potuto che segnare la vita del presidente rosanero: “Se n’è parlato soprattutto per gli Stati Uniti, ma certi dati valgono anche per l’Italia: in proporzione il numero di morti in un anno per errori medici è di poco inferiore, se non uguale, a quello dei morti per cause cardiovascolari, tumori, incidenti stradali. Io lo so bene perché così ho perso la mia mamma, a 23 anni”.
“Purtroppo l’avevamo ricoverata in una clinica privata – spiega Zamparini – per un banale fibroma all’utero: ricucitura, setticemia fulminante e se n’è andata così. Mio padre era disperato, provai a dirgli ‘Perdonali per averla uccisa, vedrai che salveranno altre vite’: mi sbagliavo e quando l’ho capito, anni dopo, è stato come vivere un altro momento buio come il primo. Come ho superato questo shock? Ho cancellato tutte le immagini di mia mamma, ma l’ho pregata tutti i giorni. E lei, da là, un sacco di volte mi ha fatto capire che c’è ancora”.