Papa Francesco alla tradizionale Via Crucis del venerdì santo al Colosseo. Dalla terrazza del Palatino, adiacente alla chiesa di Santa Francesca Romana, ha seguito il rito con l’anfiteatro gremito di fedeli. Un applauso ha salutato il Pontefice che ha dato il via alla Via Crucis con il segno della Croce. Al termine della celebrazione, Francesco ha ricordato i cristiani “perseguitati e crocifissi sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice”. Nella sua preghiera, il Pontefice ha voluto ricordare gli ultimi: “Nella crudeltà della tua passione, Signore, vediamo la crudeltà delle nostre azioni. E tutti gli abbandonati dai familiari, dalla società, quanti sono privati della solidarietà. Nel tuo corpo ferito vediamo quelli che sono sfigurati dalla nostra indifferenza”.
La quattordicesima stazione, l’ultima, ha visto nuovamente la Croce portata dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, salito fino Palatino dove il Papa lo attendeva. Accanto a lui Irene Gaiardoni e Andrea Marcelletti, i due giovani che sostenevano le torce nel corso del rito.
Francesco ha affidato quest’anno le meditazioni a un presule italiano defilato, il “martiniano” Renato Corti, ex vescovo di Novara. “Nella Via Crucis sarà costante il riferimento al dono di essere custoditi dall’amore di Dio, in particolare da Gesù crocifisso, e al compito di essere, a nostra volta, custodi per amore dell’intera creazione, di ogni persona, specie della più povera, di noi stessi e delle nostre famiglie, per far risplendere la stella della speranza”, scrive Corti in introduzione.
Il “triduo pasquale”, iniziato con la messa “in coena Domini” di ieri sera al carcere di Rebibbia, dova Jorge Mario Bergoglio ha ripetuto il rito della lavanda dei piedi con dodici detenuti, è proseguita a San Pietro, con la celebrazione della passione del Signore. La cerimonia, presieduta dal Papa che però non prende la parola, mentre l’omelia, come di consueto, è stata pronunciata dal predicatore della Casa pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa.
Il Papa si è poi trasferito al Colosseo per la Via Crucis. Tra i temi affrontati, il recente martirio del ministro cristiano pakistano Shahbaz Bhatti (2011), i tanti drammi familiari presenti nel mondo, la presenza femminile nella Chiesa, e ancora la “tristezza nell’abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, l’abbandono, l’indifferenza, la malattia, la morte di una persona cara”, il rischio di essere “cristiani tiepidi”, drammi collettivi come “il traffico di esseri umani, la condizione dei bambini-soldato, il lavoro che diventa schiavitù, i ragazzi e gli adolescenti derubati di sé stessi, feriti nella loro intimità, barbaramente profanati”, chiaro riferimento agli abusi sessuali sui minori, la pena di morte, “ancor oggi praticata in numerosi Stati”, e “ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone innocenti”.
Sabato sera, alle 20.30, il Papa presiederà la veglia pasquale in basilica vaticana, che si svolgerà secondo tradizione: benedizione del fuoco nuovo nell’atrio, ingresso processionale con il cero pasquale e il canto dell’Exsultet, e poi liturgia della parola, liturgia battesimale e liturgia eucaristica. Alle 10.15 della domenica di Pasqua, infine, in piazza San Pietro Papa Francesco celebra messa e, al termine, dalla loggia centrale della basilica, impartisce la benedizione “urbi et orbi”.