Il disegno di legge sulla riforma Rai è stato pubblicato sul sito di Palazzo Chigi. Tra le novità più clamorose, adesso diventate ufficiali, c’è che l’amministratore delegato potrà anche non essere un dipendente della società. Potrà rimanere in carica per tre anni, ma le sue deleghe potranno essere revocate dal consiglio di amministrazione. In questo caso “all’amministratore delegato è riconosciuta un’indennità pari a 3 mensilità”.
Il controllo e le linee di indirizzo generale saranno ancora di competenza della Commissione parlamentare di vigilanza l’ad avrà un ruolo forte e potrà scegliere il personale e come attribuire gli incarichi. Tra i poteri previsti la firma di atti e contratti fino a un valore di 10 milioni di euro senza passare per il il via libera del cda, e la nomina dei dirigenti più alti in grado, ma questa volta dopo aver sentito il parere non vincolante del consiglio.
Cda che passerà da 9 a 7 membri. Quattro, due per parte, saranno eletti da Camera e Senato, altri due saranno designati dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze e un membro sarà scelto dall’assemblea dei dipendenti della Rai. Tra le norme anche la revisione del criterio del canone, che sarà attuato entro un anno.