Un tribunale della Georgia ha condannato Chrysler a dare 150 milioni di dollari a titolo di risarcimento alla famiglia di un bimbo dell’età di 4 anni morto in un incidente stradale nel 2012 mentre si trovava a bordo di una Jeep Grand Cherokee del 1999 con il serbatoio posteriore.
Proprio la posizione di quest’ultimo, secondo i giudici, sarebbe all’origine delle fiamme che avvolsero l’auto quando questa fu investita da dietro e il serbatoio si ruppe dando vita a quello che Jim Butler, legale della famiglia della piccolo Remington Walden, ha definito un “inferno”. Se il serbatoio si fosse trovato davanti, hanno ragionato i giudici della contea di Decatur, l’auto sarebbe stata più protetta. E nel non avvertire il cliente dei rischi il colosso automobilistico, ha affermato la giuria, ha mostrato un atteggiamento “sprezzante”.
Lo staff legale di Chrysler, dal canto suo, ha cercato di dimostrare la colpa del conducente dell’altra auto e di dimostrare che la posizione del serbatoio non ha avuto rilievo nell’incendio dell’auto. Il portavoce di Fiat Chrysler, Michael Palese, ha annunciato che l’azienda presenterà appello.
Il processo è durato circa due settimane. Chrysler tempo fa aveva provveduto a ritirare dal mercato oltre un milione di Jeep Suv con il serbatoio piazzato nel retro. E nel 2013 annunciò che avrebbe ritirato le Jeep Grand Cherokee prodotte tra il 1993 e il 1998.