Alle 5 della mattina del primo aprile si è concluso il confronto tenutosi nei giorni del 30 e 31 marzo con la definizione di una ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei bancari, ipotesi che sarà portata alla approvazione dei lavoratori nelle assemblee che si terranno capillarmente su tutto il territorio nazionale, entro il 15 giugno.
Il nuovo contratto scadrà il 31 dicembre 2018 e riguarda 310.000 lavoratori del settore. “L’intesa, nelle sue principali articolazioni, prevede soluzioni per l’occupazione e l’occupabilità relative all’anima sociale del contratto e un aumento medio a regime di 85 euro suddivisi nel triennio 2016-2018”, spiega l’Abi.
Entro il 2018, lo stipendio sarà aumentato di euro 85 mensili in tre tranches: 25 euro dal 1 ottobre 2016; 30 euro dal 1 ottobre 2017 e altri 30 euro dal 1 ottobre 2018. Il livello retributivo di inserimento professionale passa da euro 1.794,47 a euro 1.969,54. L’operatività del Fondo per l’occupazione è prorogata fino al 31 dicembre 2018
“Di particolare rilievo per la tenuta complessiva della proposta economica – sostiene la Fisac Cgil – è stato aver indotto l’Abi a recedere dalla volontà di sospendere/bloccare gli scatti di anzianità, che continuano dunque a maturare come previsto”.
Per Lando Maria Sileoni, segretario Generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, “sul piano normativo, l’aspetto più importante è rappresentato dalla creazione piattaforma bilateralecreata da aziende e sindacati per ricollocare personale licenziato per crisi aziendale”.
“Si tratta di un contratto non privo di sacrifici, – aggiunge il segretario generale della Fiba, Giulio Romani – purtroppo inevitabili in questa congiuntura economica, ma è anche un contratto che protegge la retribuzione dei lavoratori e lascia inalterate tutte le tutele garantite dal precedente contratto, relative ad area contrattuale, profili professionali e scatti di anzianità.”
È stato un confronto duro, più volte giunto sull’orlo della rottura, come lo scorso 23 marzo, quando le trattative furono interrotte e i sindacati proclamarono due giorni di sciopero contro le ‘chiusure’ dell’Abi.