Marco Zambuto si è dimesso da presidente del Pd siciliano. “Faccio un passo indietro”, ha detto. L’annuncio dell’ex sindaco di Agrigento arriva dopo le polemiche che sono scoppiate in seguito alla visita di Zambuto a Silvio Berlusconi, a Palazzo Grazioli, in compagnia di Riccardo Gallo Afflitto, vicecoordinatore di Forza Italia in Sicilia.
L’esponente Dem aveva giustificato la sua visita dicendo che si era trattato di un incontro per “una vicenda personale”, ma i vertici del Pd sono andati su tutte le furie chiedendo le sue dimissioni. Zambuto ci ha riflettuto per qualche ora e ha deciso di dimettersi.
“Respingo con sdegno il barbaro tentativo di coinvolgermi politicamente in un episodio di solidarietà umana nei confronti di un vecchio amico con il quale oggi i percorsi politici sono totalmente diversificati e assolutamente distanti”, ha detto Zambuto all’Ansa. “Gallo Afflitto era in difficoltà perché alcuni media avevano rilanciato le dichiarazioni di un pentito secondo il quale il deputato nel 1988 avrebbe concorso a un omicidio di mafia. Mi ha chiesto lui, insomma, di testimoniare davanti a Berlusconi sulla sua onestà – sostiene Zambuto -. E lo ha chiesto a me proprio perché, da avversario, potevo risultare credibile”. Le gravi accuse nei confronti di Gallo Afflitto sono state ritenute dai magistrati prive di fondamento.
“Nessuno, se non in completa malafede, può mettere in dubbio la mia linearità politica nei confronti del Pd e del suo progetto di cambiamento del paese – ha aggiunto. – Sono pronto a sopportare il peso mediatico di chi vuole strumentalizzare quanto accaduto, pur tuttavia consapevole del tempo di barbarie civile e politica che stiamo vivendo, in cui non si riescono più a distinguere i gesti e il loro significato, sono pronto a fare un passo indietro e rimettere il mio mandato all’assemblea regionale del Pd affinché non sia proprio il Partito democratico che oggi coraggiosamente guida l’Italia con il premier Matteo Renzi, a dover subire una vergognosa ed ignobile macchina del fango”.
Zambuto, quindi, ha ribadito “l’assoluta ininfluenza politica dell’ incontro, in quanto in quella data le primarie della coalizione Ag 2020 erano già state indette e al tavolo costituente avevano preso parte tutti i rappresentanti del Pd compreso il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta”. “Ribadisco, se proprio una colpa mi si vuole attribuire in questa vicenda, – ha concluso – è quella di essere stato solidale con chi si trovava umanamente in difficoltà. Ma io di questo non devo scusarmi proprio con nessuno”.
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A chiedere le dimissioni di Zambuto, fino a questa mattina, anche il numero due del Pd nazionale, Lorenzo Guerini, e il segretario regionale Fausto Raciti. Parole non meno dure erano arrivate dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che aveva commentato l’ascesa di Zambuto a presidente del partito: “Penso sia stata troppo accelerata: è passato da esponente di Forza Italia, poi del centro e poi presidente del Pd siciliano. Ci sta che le persone cambino, ma ci sta poco che chiunque viene occupa posizioni apicali”.
Ieri intanto la coalizione delle Primarie di Agrigento ha dato via libera alla proposta di candidatura del deputato nazionale Angelo Capodicasa a sindaco della città dei Templi. È passata dunque la linea del segretario del Pd Fausto Raciti che aveva scaricato Alessi, vincitore delle primarie.