Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 romeni (due uomini e una donna), ritenuti responsabili di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione.
Vittime numerose ragazze di età compresa tra i 19 e i 26 anni che venivano fatte prostituire su via Tiburtina. Le giovani donne da avviare alla prostituzione venivano reclutate dai due uomini direttamente in Romania, tra famiglie in stato di grave disagio economico, dove gli sfruttatori effettuavano una vera e propria contrattazione con i mariti e i fidanzati al fine di spartire gli utili dell’attività di meretricio.
La donna indagata, invece, si occupava di raccogliere dalle ragazze i proventi della loro attività, nonché di “istruirle” mostrando loro le postazioni dove adescare i clienti, acquistare loro abiti succinti e insegnare “i trucchi del mestiere” per attirare l’attenzione dei clienti ed aumentare i profitti.
Dopo un primo periodo di prova, nel caso in cui le ragazze non fossero state ritenute idonee alla prostituzione, venivano rimandate in Romania e vendute ad altre organizzazioni criminali operanti nel territorio nazionale. In una delle numerose intercettazioni effettuate nell’operazione chiamata dai carabinieri ‘Hybris’, si sente uno degli arrestati che parla dell’aborto di una delle ragazze con il fidanzato di lei, arrivando a dire che l’operazione la costringerà a non prostituirsi per alcuni giorni con successiva perdita di denaro.
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Urge una normativa nazionale che regolamenti il fenomeno,sottraendolo alle organizzazioni criminali.
Governo e Parlamento non possono continuare a voltarsi dalla'altra parte.
Chi propugna vaneggianti e ipocriti modelli"nordici"fa soltanto,inconsapevolmente o meno,il gioco delle mafie.