In Yemen ormai è guerra. Secondo “Al Jazeera”, i raid degli aerei della coalizione proseguiranno per tutta la giornata. Oltre ad Aden sono stati colpiti obiettivi anche nella capitale Sana’a. Tra questi pure il palazzo presidenziale occupato dai ribelli e l’aeroporto dove sono stati distrutti quattro caccia. I bombardamenti sono stati mirati: individuate e rase al suolo diverse basi militari e depositi di armi.
Anche l’Egitto ha annunciato il suo pieno sostegno politico e “militare” alla coalizione araba contro gli Huthi mentre l’Arabia Saudita partecipa all’operazione militare con 100 caccia, 150.000 soldati e unità navali. La forza militare è composta anche da Emirati arabi uniti, Bahrein, Qatar e Kuwait che hanno appoggiato i raid per “respingere le milizie Houthi, al Qaida e lo Stato islamico nel Paese”, minacciando la stabilità in tutta la regione.
Gli Emirati hanno messo a disposizione 30 caccia, il Bahrein 15, il Kuwait 15, il Qatar 10 e la Giordania sei. E anche Pakistan e Sudan potrebbero presto unirsi alla coalizione.
Per l’emittente Al Arabiya, sarebbero morti alcuni leader della milizia, Abdulkhaliq al-Houthi, Yousuf al-Madani e Yousuf al-Fishi, mentre il capo del Comitato rivoluzionario degli Houthi, Mohammed Ali al-Houthi, sarebbe rimasto ferito.
Gli Stati Uniti hanno garantito il coordinamento con Riad e gli altri alleati fornendo informazioni di intelligence e sostegno logistico.