Voleva deliberatamente distruggere l’aereo Andreas Gunter Lubitz, il co-pilota 28enne morto nella tragedia del volo Germanwings: ha azionato il bottone che comanda la perdita di quota dopo essersi rifiutato di aprire la porta della cabina di pilotaggio.
Lo ha confermato Brice Robin, procuratore di Marsiglia, nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che sono ancora ignoti i motivi del gesto e che l’uomo è rimasto vivo sino al momento dello schianto. L’aereo, quando ha impattato con la montagna, aveva una velocità di circa 700 chilometri orari. Il procuratore ha inoltre riferito che “non è stato un attentato terroristico”, e che non c’è alcun elemento che giustifichi questa ipotesi.
CHI ERA ANDREAS GUNTER LUBITZ, IL COPILOTA DELL’AEREO CADUTO
Le indagini dunque hanno preso una direzione ben precisa: sembra da escludere un guasto all’aereo e le cause sono da ricondurre a una precisa volontà del copilota. La conferma, in qualche modo, arriva da Patrick Magisson, pilota francese di A320 che ha fatto parte di commissioni d’inchiesta su incidenti aerei ed è membro del sindacato piloti Snpl: “Lo schianto dell’aereo Germanwings è frutto di una volontà umana”, ha detto Magisson, “Ciò che non si sa è: perché?”.
Magisson ha spiegato che certe compagnie aeree “hanno procedure per garantire che non resti mai un pilota da solo chiuso in cabina”, in modo che si possano riprendere i comandi in caso di malore e impongono che un assistente di volo prenda il posto del pilota che si deve assentare.
“In caso di depressurizzazione la porta si apre automaticamente su certi apparecchi – ha spiegato ancora – Non si sa quale fosse la procedura adottata da Germanwings sugli A320. Le compagnie mantengono segrete le procedure perché pubblicizzarle sarebbe troppo rischioso”.
Il pilota ha poi ammesso che l’addestramento non si occupa del caso della volontà suicida di uno dei due piloti: “Anche se l’aereo è dotato di un telefono satellitare, nessuno può assumere il controllo dell’apparecchio dall’esterno”. L’unica soluzione sarebbe la prevenzione con un controllo della condizione psicologica dei piloti: “Abbiamo una visita medica all’anno, ma tra le due visite ti può capitare qualunque cosa”.
A conferma di questa tesi ci sono anche i dati del “Cockpit voice recorder” della scatola nera recuperata indicherebbero che “un pilota ha lasciato la cabina prima della discesa dell’aereo e non è più riuscito a rientrare”: nelle registrazioni si sente infatti qualcuno che “bussa leggermente, poi sempre più forte, sempre senza risposta”. Poi dei suoni, come di una persona che cercherebbe “di abbattere la porta blindata verso il basso”.
Nel frattempo, il quotidiano tedesco Bild ha reso noto anche il nome del comandante: si chiamerebbe Paticks S., padre di due figli e con oltre 10 anni di esperienza alle spalle. La procura tedesca sta perquisendo le due case di Andreas Lubitz, il copilota che avrebbe fatto deliberatamente precipitare il volo Germanwings: Lubitz viveva insieme con i genitori a Montabaur, ma aveva anche una casa a Dusseldorf, nella periferia della città.
Inoltre, secondo quanto scrive il sito del quotidiano tedesco Faz citando la madre di un’amica d’infanzia, con cui cui il 28enne si sarebbe confidato in passato, Andreas aveva sospeso il suo addestramento come pilota per “una sindrome da burnout, una depressione”.