Con l’incidente di Montmeló alle spalle e l’ok ufficiale da parte della Fia in tasca per correre a Sepang, Fernando Alonso ha parlato in conferenza stampa del suo ritorno in gara con la McLaren: “Non ho paura di gareggiare. Qui ho fatto la mia prima pole nel 2003 e poi 3 vittorie con 3 squadre diverse. Dobbiamo tenere i piedi per terra”.
“Non siamo nella posizione che volevamo – prosegue il pilota spagnolo – Sarà una sorta di sessione di test, non ho grande dimestichezza con l’auto, dovrò imparare ancora molto. La sfida è grande ma sono pronto ad accoglierla. Pentito di aver lasciato la Ferrari: “Sono una delle persone più felici al mondo. Ho una sfida complessa davanti a me, sarà difficile ma le cose andranno sempre meglio”.
Nei sogni di Alonso, sin da bambino, c’è sempre stata la McLaren: “È la squadra che seguivo da bambino con Senna. Non siamo al livello che vorremmo essere ma il progetto è a lungo termine. In tutta la mia carriera ci sono stati momenti bellissimi, anche in Ferrari negli ultimi 5 anni – spiega – Ho deciso che erano abbastanza, ho preferito rischiare”.
Un passo indietro doveroso, infine, per tentare di spiegare l’incredibile incidente che lo ha visto protagonista in Spagna a febbraio: “Ricordo quanto successo, è stata colpa dello sterzo che era bloccato verso destra, il vento non c’entra. E non è vero che quando mi sono svegliato pensavo di essere nel 1995 e che parlavo in italiano”.
“C’è stato un lasso di tempo di cui non ho ricordi – racconta – però i medicinali hanno funzionato e non ci sono stati problemi. Non mi sono svegliato pensando che fosse il 1995 o parlando italiano. Non ho mai perso coscienza durante l’impatto ma è successo in ambulanza e in ospedale per la somministrazione di farmaci”. Eppure qualcosa di anomalo deve essere successo.
“C’è stato un problema allo sterzo che però non ritroviamo nei dati. Ci sono delle indicazioni ma non una risposta – conclude – Sono d’accordo con la squadra, è impossibile dire con certezza cosa è stato. Prima o poi forse troveremo qualcosa ma se non siamo riusciti fino ad ora forse non lo sapremo mai”. Acqua passata, adesso è il momento di tornare a correre.