Si cerca di ricostruire gli ultimi 8 fatali minuti del volo 4U 9525 della Germanwings, schiantatosi ieri sulle alpi francesi con 150 persone a bordo: entrambe le scatole nere sono state ritrovate, seppur gravemente danneggiate, e gli esperti sono già al lavoro per analizzare le conversazioni all’interno della cabina di pilotaggio. Lo stesso Ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, citato da L’Express ha definito l’incidente “inspiegabile” in quanto l’aereo “non aveva problemi tecnici, era in perfette condizioni, e il pilota era esperto e addestrato”.
“Dati utilizzabili sono stati estratti dalla scatola nera ritrovata ieri”: lo ha riferito il Bea, l’ente per la sicurezza del volo francese che indaga sul disastro. “Siamo riusciti ad estrarre un file di dati audio, file che riusciremo a utilizzare, ma è troppo presto per trarre conclusioni sulla dinamica dell’incidente”, ha spiegato il direttore del Bea, Remi Jouty, avvertendo che per accertare le cause dell’incidente i tempi necessari saranno lunghi.
“Ci vorranno alcuni giorni per poter ritrascrivere la conversazione dei piloti e diverse settimane – ha spiegato Jouty – perché questa sia sufficientemente accurata. Per ora non abbiamo nessun elemento sulla seconda scatola nera, però non ricordo altri incidenti in cui sia finita in diversi pezzi”, ha concluso.
Sull’intera vicenda aleggia una nube di mistero. Otto minuti di silenzio. 18, addirittura, secondo il The Independent, Perché?
- 10.30: l’Airbus A320, partito 30 minuti prima da Barcellona con direzione Dusseldorf, scompare dai radar mentre sorvola il sud della Francia.
- 10.47: la Direzione dell’aviazione civile francese non riesce a comunicare con i piloti e dichiara il volo “in emergenza”
- 10.53: il velivolo perde inspiegabilmente e bruscamente quota, schiantandosi ad oltre 1500 metri di quota sul massiccio delle Trois Eveches.
Secondo i dati di Flightradar, il sito che traccia le rotte di tutta gli aerei in volo nel mondo, si nota che tra le 10.31 e 10.32 l’Airbus comincia a scendere, non bruscamente, ma con una velocità di 1 km al minuto, sino alle 10.41, quando si perde ogni traccia. Poi, alle 10.53, lo schianto.
(L’ultima posizione del volo 4U9525 alle ore 10.40 UTC – Flightradar)
La discesa risulta costante, controllata, quasi come se l’aereo avesse il pilota automatico inserito: l’unica spiegazione plausibile è la perdita di pressurizzazione. Ma perché allora non comunicarlo a terra?
“L’Airbus 320 ha un sistema di trim, cioè di stabilizzazione che è completamente automatico – ha spiegato a Rai News Carlo Landi, Generale dell’Aeronautica Militare italiana – Quindi se il pilota lascia i comandi l’aereo continua a volare nelle condizioni in cui il pilota lo ha lasciato. Il mio pensiero va all’automatismo dell’aeroplano perché la discesa viene effettuata in maniera veramente ‘dolce’. Quindi fa presupporre che i piloti siano stati impegnati in qualche altra attività. Lontano dai comandi di volo”.
Il caso si infittisce in quanto, anche se l’ipossia causata dalla perdita di pressione avesse intossicato i passeggeri e l’equipaggio, l’aereo avrebbe continuato “il suo volo fino a quando non esaurisce il carburante. In questo caso non si è verificato ciò. L’aeroplano ha cominciato a scendere. Potrebbe essere successo questo abbinato a qualche altro evento”, ha aggiunto Landi.
Inoltre, poche ore prima dell’incidente l’Airbus è stato sottoposto a un intervento di manutenzione al “Nose landind door”, ovverosia il portello anteriore del carrello: “Non va né esclusa né troppo focalizzata l’indagine sul portellone. Non va esclusa perché il portellone, se per esempio volasse via, potrebbe andare ad interferire su altri comandi di volo o addirittura, a seconda della posizione, sui motori. Non si può escludere che nella riparazione del portellone sia stato, purtroppo, commesso qualche errore e che quindi riparando il portellone l’aeroplano abbia comunque mantenuto delle inefficienze che non sono state affrontate. È però prematuro fare ipotesi sul portellone: è successo qualcosa nella cabina e i piloti non hanno potuto affrontare l’emergenza”.
Al vaglio anche la possibilità di una presenza “illecita”, che spiegherebbe non solo la mancata comunicazione tra i piloti e la torre di controllo, ma anche il mancato ricorso al codice di emergenza (7077) che si invia a terra tramite trasponder in casi disperati.
Nel frattempo, gli esperti stanno analizzando la scatola nera ritrovata e già nel pomeriggio sono state diffuse le prime informazioni tratte da essa: il “voice recorder”, che registra appunto tutte le conversazioni all’interno della cabina, era stato descritto come “danneggiato” ed è nelle mani della Bea l’Ufficio d’inchiesta e analisi, a Parigi.