Miro Klose tra presente e passato. Intervistato dall’emittente tedesca Sport1, il campione tedesco della Lazio fa il punto sulla sua situazione contrattuale: “Ho ancora un contratto con il club fino al 2016. Ho voluto inserire io l’opzione del rinnovo automatico dopo venti partite stagionali, sono contento di averlo raggiunto. Al momento giusto prenderò una decisione sul da farsi. Può darsi anche che in estate mi fermo“.
“Intanto, per me, è importante arrivare al termine di questa stagione – prosegue il bomber ex Bayern – In linea di massima escluderei un ritorno al Kaiserslautern, anche se nel calcio non bisogna mai dire mai. È lì che ho iniziato la carriera e quella squadra resterà sempre nel mio cuore. Sono rimasto legato a tutti i club e le tifoserie dove ho giocato”.
Un futuro da allenatore? Perché no, i presupposti ci sono tutti: “Le filosofie e le tattiche degli allenatori che ho avuto mi hanno sempre affascinato. Fare l’allenatore mi darebbe l’opportunità di continuare ad avere un ruolo attivo all’interno del calcio. Non andrò all’Europeo, ne ho già parlato una settimana dopo il mio ritiro dalla Nazionale tedesca”.
“In tutta la mia carriera ho sempre curato l’aspetto fisico e ho vissuto da professionista – racconta il 36enne – Mi alleno duramente ogni giorno. Per me è una questione mentale. L’obiettivo principale è la qualificazione in Europa League. Certo, la qualificazione in Champions sarebbe fantastica, ma abbiamo ancora degli ostacoli da superare”.
Da bomber a bomber, da tedesco a tedesco: “Di recente ha dimostrato che se sta bene fisicamente fa la differenza. Quando sta in forma è in grado di offrire prestazioni eccellenti. Podolski? lo conosco bene, sono convinto che può ancora esse importante per l’Inter. Entrambi hanno una grande forza mentale. Devono continuare a lavorare duro e non mollare, come ho fatto io quando ero giù di morale a causa degli infortuni”.
Insomma, mai abbattersi e continuare a lottare fino alla fine. Questi i consigli che Miro Klose dà ai suoi connazionali impegnati in Serie A: “Le critiche a Podolski di stare troppo sui social e lavorare poco sono sciocchezze. Purtroppo tutti questi social network appartengono alla generazione attuale. Lui è entusiasta di questa cosa, io sono contrario”.