Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini è d’accordo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano completamente contrario, Anche nel governo ci si divide sulle dichiarazioni del ministro del Lavoro, Poletti secondo il quale tre mesi di vacanza a scuola sono troppi: “Un mese di vacanza va bene. Ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata”.
Nel ddl sulla Buona scuola che a giorni arriverà all’esame del Parlamento “è già previsto che attività di stage si possano fare anche nei periodi di sospensione dell’attività didattica, estate inclusa“, ha confermato il ministro dell’Istruzione, Giannini.
Ma Alfano contesta: “Provengo da una famiglia di insegnanti e frequento tanti insegnanti: non è vero che hanno 3 mesi di ferie. Lo sanno anche i ragazzi”.
A contraddire il ministro dell’Interno è Elena Centemero, di Forza Italia: “Quando si affronta il tema delle vacanze scolastiche degli studenti, si finisce inevitabilmente a discutere delle ferie degli insegnanti. Oggi e’ il Ministro Alfano a tornare sul punto, ma in modo non informato. Gli insegnanti -dice la parlamentare azzurra – hanno 36 giorni di ferie da contratto, ma non essendoci lezione dalla seconda settimana di giugno fino a meta’ settembre, ed essendo pochi i docenti impegnati negli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, di fatto le loro vacanze coincidono con quelle degli studenti. Per questo, la proposta di tenere le scuole aperte anche in estate per attività di recupero, extracurriculari o per periodi di alternanza scuola-lavoro e di volontariato non mi sembra possa generare difese appassionate di categoria, tanto più dal momento che la scuola deve pensare innanzitutto agli studenti”.
Studenti che bocciano l’idea del ministro Poletti. Secondo l’instant poll di Skuola.net, 9 su 10 hanno detto di no. Tuttavia 1 su 3 si è dichiarato disposto a barattare le proprie ferie estive in cambio di un aumento delle ore destinate a stage ed esperienze in azienda, sia durante l’estate che nel corso dell’anno.
Vittorio Lodolo D’Oria, esperto in malattie professionali degli insegnanti, su Tecnica della scuola, un sito che si definisce il quotidiano della scuola on line, replica al ministro Poletti, ribadendo che “non si tratta di vacanza, ma di convalescenza per l’usura psicofisica subita in corso d’anno scolastico”.
Il 25 marzo a Roma, i sindacati della scuola incontreranno le forze politiche. Sono stati invitati tutti i gruppi parlamentari. Al pomeriggio alle 15 in piazza Montecitorio scenderanno in piazza al fianco dei precari. La discussione sul ddl governativo sulla scuola dovrà correggere errori presenti nel testo e affrontare emergenze assenti dal testo.
Sono tanti i temi cari alla scuola che i sindacati metteranno sul tappeto. Il lavoro nella scuola, la progettazione dell’attività educativa non può essere affidata a un manager. In una nota unitaria i 5 sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda lo spiegano con chiarezza: “Il rinnovo del CCNL non serve solo a mettere ordine al caos provocato dai numerosi provvedimenti legislativi su materie contrattuali, ma per decidere salario, orario, diritti e doveri del personale. Dopo 7 anni di blocco dei contratti i sindacati non sono disposti a discutere solo gli aspetti normativi, rinviando la parte economica”. Le stabilizzazioni di migliaia di precari sono urgenti non solo per i lavoratori, ai quali la sentenza della corte europea aveva dato speranze concrete, ma soprattutto per la copertura dei tanti posti vacanti, per il rinnovo del turn over e per la creazione di quell’organico funzionale di cui il governo parla molto e per cui non fa nulla. Lasciando le scuole e i lavoratori nell’incertezza.