Le Isole Falkland e i giacimenti di petrolio | Sale la tensione tra Argentina e Gran Bretagna

di Redazione

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Le Isole Falkland e i giacimenti di petrolio | Sale la tensione tra Argentina e Gran Bretagna

| martedì 24 Marzo 2015 - 19:35

Sembra di essere tornati agli scenari di trent’anni fa. E si fa sempre più pressante la domanda: siamo vicini a una nuova guerra nelle Isole Falkland? Per il quotidiano britannico, “The Guardian, il governo di Londra sarebbe pronto a scendere in campo un’altra volta contro l’Argentina per difendere i propri interessi. Il contingente militare inglese di stanza nelle Falkland sarà rafforzato come deterrente per il rischio di invasione, ritenuto probabile dall’intelligence.

Sulla carta, come spiega un rapporto del Ministero della Difesa, la nuova fibrillazione sarebbe stata provocata dalla fornitura a Buenos Aires dei bombardieri tattici Sukhoi Su-24 da parte della Russia. La mossa del Cremlino avrebbe un duplice obiettivo: da un lato, la Russia riceverebbe dall’Argentina derrate di carne e grano per aggirare le sanzioni economiche dell’Unione europea; dall’altro si tratterebbe dell’ennesimo sgarbo a Londra, con cui le relazioni diplomatiche sono ormai ai minimi storici.

In realtà il piccolo arcipelago è conteso per i giacimenti di petrolio, che sono a poche decine di miglia dalle coste argentine. Pozzi offshore che sarebbero trivellati dalla società petrolifera inglese Rockhopper, che ha presentato un programma di esplorazione entro il 2020, con un capitale iniziale di 1,8 miliardi di dollari. Un appalto che Downing Street ovviamente rivendica come suo e che fa gola anche al presidente argentino Cristina Kirchner, che ha portato il caso alle Nazioni Unite.

“Difenderemo sempre le Falkland”, ha tuonato il premier inglese David Cameron. “Questo governo ha mantenuto la sua parola e ha realmente rafforzato le nostre difese nelle Falkland”, ha aggiunto sottolineando che gli abitanti delle isole hanno espresso la volontà di restare sotto la bandiera dell’Union Jack dopo un referendum.

La Gran Bretagna ha schierato nelle Falkland, Malvinas in spagnolo, 1.200 militari, una piccola flotta di elicotteri Sea King, jet da combattimento Typhoon della Raf. Una guarnigione ritenuta esigua dalla Royal Navy che sul luogo non possiede una portaerei che consentirebbe il decollo degli Harrier, i caccia a decollo verticale decisivi nella disputa del 1982.

Secondo i tabloid di Sua Maestà la partita si giocherebbe anche su un altro terreno, quello della popolarità. In completo declino per il presidente Cristina Kirchner, che paga la crisi crescente in Argentina, e in forte calo anche per Cameron che, pur di riconquistare consensi ha annunciato che quest’anno sarà inaugurata nelle Falkland una statua dedicata a Margaret Thatcher e l’arcipelago sarà insignito della South Atlantic Medal.

Nelle Malvinas, che si trovano a circa 1.500 chilometri dalla costa argentina, vivono circa tremila persone, di cui 1.250 sono militari, e mezzo milione di pecore. Il Regno Unito ha la sovranità fin dal 1765 mentre l’Argentina le reclama dal 1820.

L’invasione delle truppe argentine cominciò il 2 aprile del 1982 con l’invasione da parte dell’esercito argentino della capitale Port Stanley: la guerra si concluse il 24 giugno dello stesso anno e costò la vita a 255 militari britannici e a 649 militari del paese sudamericano.

 

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