“Potremmo tornare in Siria”. Vanessa Marzullo, la volontaria italiana rapita in Siria insieme a Greta Ramelli, ha ammesso che la brutta esperienza durata quasi cinque mesi non è ancora messa del tutto alle spalle; a poco più di due mesi dalla liberazione Vanessa torna a parlare e, in un’intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica, ha detto: “Non era il primo viaggio in Siria e non sarà l’ultimo. Continuiamo a Spenderci in questa causa nobile. Appena potremo, non so ancora quando, se ci sarà bisogno, e purtroppo è così, in Siria potremmo anche tornarci” .
“La Siria è un Paese da non visitare e dove è elevatissimo il rischio di rapimenti, attentati e violenze”. Lo sottolinea l’Unità di Crisi della Farnesina.
Il loro rientro in Italia era stato accompagnato da polemiche sulla loro ‘incoscienza’ e sul presunto pagamento di un riscatto per la loro liberazione. Loro avevano chiesto scusa all’Italia. Fino a ora non avevano parlato, Vanessa e Greta, un po’ per il bisogno di tranquillità e riservatezza e un po’ per vergogna: “Vergogna – ha spiegata la volontaria – non come la intendono tutti quelli che ci hanno buttato addosso palate di fango, gratuito e stupido. L’effetto di quel fango sta passando. Te lo togli via perché sai che è fango strumentale, nato più che altro da beghe politiche. La vergogna che intendo è un’altra. È andare in giro e vedere che uno ti guarda in faccia con l’aria di chi pensa: “Eccola, adesso è qua. Beata e tranquilla. Ma se non c’era lo Stato che pagava… Se non c’eravamo noi cittadini che pagavamo…”. È una sensazione difficile da spiegare”.
Le parole di Vanessa hanno subito scatenato una polemica niente male, considerato che si tratta soltanto di una frase generica e del tutto ipotetica.
Immediato il commento del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che invita le due ragazze a fare volontariato in Italia. “Se partiranno, affari loro, ma non chiedano più niente a nessuno”, ha scritto Salvini.
Giorgia Meloni, segretario di Fratelli d’Italia, scrive: “Prima restituiscano agli italiani tutti i soldi che lo Stato ha speso per loro. E, vista la scelta consapevole delle due, mi auguro che questa volta, in caso di nuovo rapimento, il Governo non voglia pagare un nuovo riscatto”.
Critico anche Roberto Formigoni.