Una panoramica sulla Serie A, sul momento magico della Juve e sulle difficoltà di Roma e Milan. Fabio Capello, ct della Russia e decano degli allenatori italiani, ha parlato a 360° ai microfoni di Radio Rai nel corso della trasmissione Radio Anch’io Sport: “Fare il ct è un’altra cosa rispetto a fare l’allenatore di club, non si riesce a dare alla squadra la mentalità e la voglia di fare in quanto non si lavora insieme tutti i giorni”.
“Sugli stranieri in Russia c’è un regolamento che vede per obbligo la presenza di quattro russi in campo – prosegue – ci sono stranieri di discreto livello e non di alto livello. Questi migliorano il campionato, ora in Italia i migliori vanno via. Io ho pochi russi che giocano all’estero. I miei problemi con la Russia? Non c’erano i pagamenti, ma sono aspetti di cui non vorrei parlarne”.
Meglio pensare al campo e alle prossime sfide di qualificazione: “C’è bisogno di vincere contro il Montenegro, abbiamo commesso l’errore di pareggiare contro la Moldova. Ci mancano quei due punti che ci porterebbero al secondo posto nel girone, abbiamo fatto bene anche contro Svezia e Austria. Abbiamo una discreta Nazionale giovanile, non abbiamo giovani che giocano in grandi squadre“.
“In Inghilterra ho lanciato 12 calciatori al di sotto dei 20 anni, qui non ci sono riuscito – spiega Capello – Questo è un po’ il problema della Russia, mancano giovani e manca il coraggio da parte degli allenatori di lanciarli. Ora la tendenza è un po’ cambiata, prossimamente metterò in campo alcuni giovani talenti. Le società pagano importanti ingaggi, la Nazionale diventa importante solo agli Europei e ai Mondiali. Ci si ricorda di essere italiani solo quando le cose vanno bene”.
E sui prossimi Mondiali in Qatar, l’ex tecnico di Juve e Roma ha le idee chiare: “Le big partono alla pari, in quel periodo tutte le squadre sono in grande condizione. Quando allenavo l’Inghilterra, nel periodo prenatalizio la squadra era in grande forma. Da aprile in poi c’erano difficoltà sotto il profilo fisico, credo che sicuramente le squadre europee arriveranno in grande condizione. In Qatar è impossibile giocare d’estate, giocare in inverno era necessario”.
La Serie A? “Dissi che si vedevano cose interessanti a livello di allenatori -prosegue – Il campionato italiano è migliorato in questa stagione, c’è attenzione a livello tecnico-tattico e non solo. La Juventus ha fatto il vuoto alle proprie spalle, spero che i bianconeri possano fare bene anche in Champions. Tornare alla Roma? Ho fatto cinque anni lì, questo che sta accadendo dimostra la difficoltà di vincere in giallorosso”.
Chi meglio di Capello, quindi, può spiegare le dinamiche spesso contorte di un club in profonda crisi di gioco e risultati “Roma è una piazza fantastica, ma ti porta alle stelle e poi nella polvere nel giro di una settimana. Ho vinto uno scudetto in giallorosso, superando 6-7 squadre di alto livello. Adesso invece la Juve vince gli scudetti con tanti punti di vantaggio”.
In casa Juve si respira decisamente un’altra aria: “Sarà difficile batterla in Italia, Allegri ha detto bene: anche le altre squadre devono temere la Juve. I bianconeri hanno raggiunto una buona maturità, Allegri ha dato qualcosa in più e ora la Juve è una squadra pericolosa per tutti in Europa. Può passare il turno, gli mancherà Pogba e questo può rappresentare un handicap”.
“Non conosco la situazione bianconera all’interno, so solo che quando presi il Milan c’era stata una differenza di vedute su qualche calciatore tra Sacchi e Berlusconi – racconta – Arrigo voleva la cessione di qualche elemento poiché poco motivato, c’è una certa analogia tra le due situazioni. Bisogna tuttavia avere rispetto per il grande lavoro di Sacchi e Conte“.
I perché delle difficoltà attuali del club rossonero? “Non ha continuità, è una squadra che gioca a sprazzi. Forse non ha leader o dei calciatori che prendano in mano la situazione. A livello tecnico ha qualcosa in meno delle prime. Forse ci sono problemi anche di programmazione. Io ci sono passato, lasciando il Real tornai al Milan perché devo tutto a Berlusconi. Quando tornai mi trovai alcuni calciatori che due anni prima erano valutati discreti, e arrivammo a metà classifica”.
Al terzo posto giganteggia la Lazio di Pioli, una delle poche note liete di un campionato sempre meno competitivo: “Gioca benissimo, ha qualità ed è una squadra compatta – afferma il ct della Russia ai microfoni di Radio Rai – I calciatori fanno la differenza negli ultimi 20-25 metri, ci sono poche squadre con la velocità dei biancocelesti”.
Infine una battuta sulla tecnologia nel calcio: “Sono per l’introduzione della tecnologia, purtroppo ho pagato con l’eliminazione al Mondiale in Sudafrica. Una persona lavora per tanti anni e poi per un errore vieni eliminato. Negli altri sport c’è più giustizia grazie all’utilizzo della tecnologia. Io presidente della Federcalcio? “Forse no, ho già fatto quattro anni dietro la scrivania. Faccio già fatica in Nazionale, sono un uomo di campo”.