“Tra cinque anni la nostra legge elettorale sarà copiata da mezza Europa”. È la scommessa che il premier Matteo Renzi fa con gli studenti della Luiss School of Government, parlando dell’Italicum, la legge elettorale attualmente all’esame del Parlamento.
Il presidente del Consiglio è tornato anche su un altro dei temi scottanti che riguardano il suo governo in questi giorni, dopo le dimissioni del ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, coinvolto nello scandalo Grandi opere. “Non sono i magistrati a decidere sull’esecutivo”, ha detto, riferendosi ai sottosegretari indagati che, secondo il premier, non devono dimettersi. “Dicendo queste cose perderò voti, ma sto difendendo il principio di Montesquieu per cui non ci può essere nesso tra avviso di garanzia e dimissioni”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
“Vorrei togliermi un sassolino – ha aggiunto poi il premier. – Deriva autoritaria delle riforme è il nome che taluni commentatori e professori un po’ stanchi danno alla loro pigrizia. Lo dico con il massimo rispetto…”, ha detto ancora Renzi. “Passiamo per il governo dei comunicatori ma ritengo che il governo non sia stato bravo a comunicare quello che ha fatto. Rovescio l’assunto: il governo ha fatto molto di più di quello che ha comunicato. E questo lo considero un errore clamoroso”.