La ripresa in Europa si sta rafforzando e l’inflazione tornerà a salire a fine anno. Il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, continua a spargere ottimismo a piene mani sulle prospettive dell’economia nei Paesi dell’Unione e, nel corso di un discorso alla commissione Affari economici del Parlamento europeo, ha detto che “La stabilità dei prezzi non è la condizione sufficiente per la stabilità finanziaria; quest’ultima è a rischio anche se viene garantita la stabilità dei prezzi”.
Draghi ha spiegato che i dati più recenti “mostrano che la crescita sta guadagnando slancio”. La base per la ripresa economica nell’area dell’euro si è “chiaramente rafforzata”. “Ciò è dovuto in particolare al calo dei prezzi del petrolio, al graduale consolidamento della domanda esterna, a condizioni di finanziamento migliori guidate dalla nostra politica monetaria accomodante, in pratica il quantitative easing, e dal deprezzamento dell’euro”.
Questi sviluppi più positivi, spiega, “si riflettono anche nelle recenti proiezioni degli esperti della Bce. Rispetto a dicembre, le prospettive per il 2015 e il 2016 sono state riviste al rialzo rispettivamente di 0,5 e 0,4 punti percentuali”. La Banca centrale europea si aspetta che l’inflazione nell’area dell’euro rimanga molto bassa o negativa nei prossimi mesi a causa del calo dei prezzi del petrolio. Tuttavia, rileva Draghi, “i tassi di inflazione dovrebbero iniziare ad aumentare gradualmente verso la fine dell’anno”. Le ultime proiezioni degli esperti della Bce prevedono un’inflazione media allo 0 per cento nel 2015 e in salita all’1,5 per cento nel 2016 e all’1,8 per cento nel 2017.