Silvio Alessi è il vincitore delle primarie della “strana” coalizione di Agrigento che vede insieme il Pd con esponenti locali di Forza Italia, Megafono, ex An, Pdr e Sicilia Democratica, riunito nel progetto di “Agrigento 2020”.
Alessi, imprenditore e presidente della squadra di calcio dell’Akragas, è vicino al leader del Pdr (ed ex Fi) Michele Cimino e a “Patto per il territorio” del parlamentare di Forza Italia Riccardo Gallo: ha avuto 2.152 voti. Epifanio Bellini, segretario del circolo Berlinguer del Pd ha avuto 808 preferenze; Peppino Vita, imprenditore, espressione di An ha avuto 567 voti; Piero Marchetta, commercialista ed ex Mpa, 534 preferenze. Sia nel Pd che in Forza Italia non sono mancate le polemiche sull’accordo firmato ad Agrigento.
“Ha vinto la voglia di fare. Ha vinto la voglia di lasciarsi alle spalle polemiche sterili ed invettive. Agrigento ha bisogno di un governo, un buon governo. Ed io, se eletto, farò di tutto per sanare le ferite sociali ed economiche del nostro territorio e ricucire gli strappi”, ha detto l’imprenditore Silvio Alessi. “Io vorrò governare nel segno del dialogo aperto con tutti – ha chiarito – perché Agrigento non si salva da sola, ha bisogno di tutti”.
“Bisogna sempre rispettare il voto dei cittadini. Ad Agrigento c’è una persona che viene dalla società. Non è Forza Italia ad averlo candidato ma delle liste civiche. La candidatura – ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta – è stata una scelta osteggiata da Forza Italia nazionale. Siamo di fronte a una rottura. D’altra parte se si realizzano delle contraddizioni nel fronte degli avversari perché non approfittarne…”.
Per il deputato regionale del Partito Democratico, Fabrizio Ferrandelli, invece, il “Pd è afflitto dalle Primarie. È questo l’unico commento che si può fare. Le chiacchiere del lunedì da Bar Sport li lascio a chi ha straperso in casa e si accontenta di contare i tifosi. Ma i numeri dicono un’altra cosa: il candidato del Pd, sostenuto da autorevoli esponenti locali e nazionali, ha ottenuto 800 voti, molto meno degli iscritti al Pd di Agrigento e solo un terzo dei voti dell’uomo di Berlusconi. Basterebbe solo questo per mandare in panchina i protagonisti questa sconfitta”.