L’atmosfera politica è turbolenta. Il dopo Lupi fa già discutere. Stretto tra le accuse di arroganza della minoranza interna del Pd e quelle di ‘doppiopesismo’ che gli arrivano per la vicenda Lupi in un’intervista pubblicata oggi da Repubblica, Renzi ha detto: “Ho sempre detto che un avviso di garanzia non può giustificare le dimissioni. E lo confermo”. Significa che Matteo Renzi non chiederà ai sottosegretari indagati di lasciare il governo. E non lo farà con il candidato in Campania De Luca, condannato in primo grado.
Il premier, il giorno dopo le dimissioni di Lupi, fa professione di garantismo; un garantismo a giorni alterni, secondo l’onnipresente leader leghista Salvini. Lui, però, va avanti per la sua strada. Andrà al Quirinale, già lunedì per assumere l’interim delle Infrastrutture, in attesa di nominare il successore dell’esponente del Ncd. Non mancano le ipotesi sul suo nome, ma, ha detto Renzi, “Le valutazioni sul ministro si fanno al Quirinale. Il ministro che verrà non è importante in una logica interna di partiti, ma sarà decisivo per far ripartire l’Italia. Vogliamo uno bravo, il colore della tessera non ci interessa”.
Insomma, Matteo Renzi prova a buttare olio su un mare di polemiche sempre più increspato, dove nemmeno la sua maggioranza, tanto meno il suo stesso partito, è tranquilla. Il presidente del consiglio deve fare i conti col malumore della minoranza del Pd. Lui liquida l’accusa di arroganza rivoltagli da Massimo D’Alema con una battuta (le sue espressioni stanno bene in bocca a una vecchia gloria del wrestling) e su twitter ricorda ai suoi oppositori interni che “pensiamo agli italiani, non alle correnti”.
Con primarie e europee ci hanno chiesto di rimettere in moto l’Italia. Lo facciamo pensando agli italiani,non alle correnti. Buona domenica
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 22 Marzo 2015
Acque agitate anche tra gli alleati del Nuovo centrodestra, con Nunzia Di Girolamo che si veste da pasionaria e chiede al partito di uscire dal governo. Alfano le ha replicato indirettamente: “È una sua linea consolidata ritenere che si debba rompere l`alleanza con Renzi. sarebbe incoerente dilapidare questo patrimonio ora, mentre appaiono barlumi di ripresa economica”.
Sul suo blog, Beppe Grillo attacca Renzi: ” Ogni scarrafone è bello a mamma sua e gli scarrafoni piddini per l’ebetino sono molto più scarrafoni di Lupi che si è dimesso per un rolex al figlio e un biglietto aereo alla moglie”. Cinque sottosegretari del governo Renzi sono indagati ma, scrive Grillo, “non devono fare la stessa scelta di Lupi, come avverrebbe in ogni democrazia occidentale. Le regole in Italia per Renzie valgono solo per gli altri. Nessuno ha particolare simpatia per Lupi, ma è stato cacciato senza avvisi di garanzia “Gesto saggio”, mentre gli scarrafoni piddini rimangono al loro posto”.