Oltre 140 morti e 300 feriti: questo il bilancio dei tre attentati dinamitardi, almeno uno dei quali kamikaze, compiuti in due moschee di Sanaa, nello Yemen. Lo riferiscono diversi media arabi, che sottolineato che quelli colpiti sono luoghi di culto frequentati da fedeli sciiti delle tribù Houthi.
Secondo quanto riferito da al Jazeera, le prime due esplosioni sono avvenute nella moschea di ad Badr, nel quartiere al Safaya, e l’altra in quella di al-Hashahush: i feriti sono stati trasportati all’ospedale al Thawara della capitale. Tra le vittime ci sarebbe anche lo sceicco Murtaza al-Mahturi, guida spirituale delle tribù Houthi.
Nei Paesi musulmani, il venerdì è il giorno dedicato tradizionalmente alla preghiera in gruppo ed i luoghi di culto sono solitamente affollati di fedeli.
Nel paese è in corso una guerra civile tra il Nord, controllato degli Houthi e appoggiati da Teheran, e il Sud, dove si è insediato il presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, riconosciuto dalle Nazioni Unite con il sostegno dei paesi del Golfo. Sanaa è da settembre in mano ai ribelli houthi (sciiti) che hanno costretto il presidente Hadi a lasciare la capitale e riparare ad Aden, roccaforte governativa nel Sud del paese.