Il Napoli supera la prova di maturità. La gara di andata, con il 3 a 1 firmato da Higuain dava abbastanza serenità ma il rendimento esterno da brivido dei partenopei in campionato (tre sconfitte nelle ultime tre gare) apriva più di uno spiraglio alla preoccupazione. Ed invece è flato tutto liscio come l’olio. Lo 0 a 0 finale tutto sommato è giusto: Napoli migliore nel primo tempo e padroni di casa più pericolosi nella ripresa. La qualificazione non è mai stata messa in discussione e anzi – soprattutto nel primo tempo – il Napoli avrebbe pure potuto portarsi in vantaggio.
La prima occasione è di Maggio al 4′ che forse non si aspettava simile libertà in area su cross di Gabbiadini e non capitalizza; all’11’ è Mertens a colpire in pieno la traversa su tiro dalla distanza e al 15′ Callejon accarezza il palo. Il Napoli dimostra personalità, la Dinamo segna soltanto su azione ferma per fuorigioco e non riesce a trovare crepe nella metà campo avversaria.
Soltanto nel secondo tempo la squadra di Cherchesov dà segnali di sveglia e costruisce le prime vere palle gol. Il protagonista è Kokorin, il cui primo tiro è respinto in corner da Albiol e che qualche minuto più tardi viene miracolosamente anticipato da Britos. Il discorso qualificazione (alla Dinamo servivano almeno due gol) avrebbe potuto riaprirsi se a venti minuti dalla fine se Kuranyi non avesse fallito il bersaglio con un colpo di testa. A quel punto il Napoli ha controllato la gara con sempre maggiore serenità e avrebbe potuto segnare nel finale con Callejon a tu per tu con il portiere avversario.