“Un nemico della civiltà e della democrazia”, che va affrontato con urgenza. E’ l’Isis, all’indomani dell’attacco terroristico a Tunisi, il fulcro della prima intervista in tv del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sceglie la Cnn per porre in evidenza la sua preoccupazione di fronte alla minaccia della jihad. Una minaccia pericolosamente vicina all’Europa, con la Libia che rischia di trasformarsi in una base del terrore sulle sponde del Mediterraneo, è l’allarme lanciato dal Capo dello Stato nel colloquio con uno dei nomi di punta del giornalismo mondiale, Christiane Amanpour.
È la stessa giornalista della Cnn ad annunciare via Twitter il suo incontro con un presidente che si è imposto ai media, prima e dopo la sua elezione al Quirinale, per la sobrietà delle sue parole. “Sono a Roma per una rara intervista con il Presidente della Repubblica italiano”, scrive Amanpour su Twitter, dove pubblica diverse immagini dell’incontro con Mattarella, inclusa quella del Capo dello Stato mentre firma un libro sulla storia del Quirinale, donato alla giornalista londinese.
Tunisia e terrorismo sono i temi centrali del colloquio. “E’ davvero sconcertante sentire esaltare come atto di eroismo sparare su persone inermi: è il massimo della barbarie. Isis si presenta, così come tutto il terrorismo fondamentalista, come il nuovo vero nemico della civiltà”, sottolinea Mattarella ricordando come quello avvenuto ieri a Tunisi sia stato un evento “doloroso e allarmante, un attacco alla cultura e alla democrazia”. E, anche per questo, Mattarella esorta ad “affrontare urgentemente” il “serio pericolo del terrorismo fondamentalista” di fronte al quale – dice – “non abbiamo molto tempo”. E presto, serve intervenire anche in uno dei Paesi più ‘fragili’ di fronte alle infiltrazioni dello Stato Islamico: la Libia. “Occorre urgentemente che la comunità internazionale appoggi gli sforzi dell’Onu per un cessate il fuoco e la costituzione di un vero governo libico.
Poi occorrerà che l’Onu organizzi una missione che aiuti il governo a stabilizzarsi. L’Italia è pronta a fare la sua parte”, spiega Mattarella, rimarcando come si tratterebbe di una “missione di pace” ed evidenziando come il caos libico moltiplichi il fenomeno del traffico di essere umani e, indirettamente, il rischio del dramma degli sbarchi. Dramma di fronte al quale il presidente rivendica il ruolo di Mare Nostrum: operazione “che per noi è un orgoglio, ha salvato tante vite umane e non incentivava l’arrivo dei naufraghi”. Sul suo ripristino il Capo dello Stato precisa come la decisione spetti “a governo e Parlamento” laddove, invece, compito dell’Ue è “essere all’altezza della sua storia e delle sue responsabilità. La prima esigenza è salvarli ma occorre anche accoglierli”.
Ma alla Cnn Mattarella ripercorre, per la prima volta e visibilmente commosso, “il ricordo molto doloroso” dell’omicidio del fratello Piersanti, ucciso dalla mafia a Palermo nel 1980. “Non ne ho mai parlato. Lui era sulla sua auto, stava andando a messa con sua moglie e i suoi figli. Si è avvicinato un killer che lo ha colpito. Io sono stato subito chiamato da uno dei miei nipoti, sono sceso immediatamente in strada e l’ho portato al pronto soccorso. Ma era già morto”, è il racconto di chi da anni agisce per la “promozione” della lotta al “cancro” della mafia. Un tema che ancora oggi “è centrale e decisivo” è il monito del Capo dello Stato che ricorda, al tempo stesso, i siciliani che hanno speso la propria vita per combattere la mafia, a partire da Falcone e Borsellino. “Questo coraggio, questi sacrifici, hanno provocato la crescita della pubblica opinione contro la mafia. La coscienza civile è molto cresciuta in Italia e in Sicilia”, è l’omaggio del palermitano Mattarella.