Almeno sette persone sono state uccise in scontri tra i ‘comitati popolari’, milizie tribali alleate con il Presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi e le forze di sicurezza vicino all’aeroporto della città di Aden, in Yemen meridionale. La milizia tribale ha attaccato le unità di sicurezza all’aeroporto internazionale di Aden e ha preso il pieno controllo dello scalo, e avrebbe inoltre preso in ostaggio 12 nemici lasciati a presidio della filiale locale della Banca centrale.
I combattimenti, scattati nella notte attorno allo scalo, si sono estesi all’interno della struttura: protagonisti, unità delle forze speciali guidate da un ufficiale ribelle, il generale Abdel Hafez al-Sakkaf, e membri dei ‘comitati popolari’ che difendono Hadi. Il generale ribelle Sakkaf, alleato della ribellione sciita Houthi – che mantiene il controllo della capitale Sanaa – rifiuta di dimettersi come ordinatogli da Hadi.
Truppe regolari, fedeli a Hadi, sono state dispiegate in appoggio ai comitati popolari: si tratterebbe di diverse centinaia di soldati guidati dal ministro della Difesa, Mahmoud al-Soubeihi, che ha raggiunto di recente Aden seguendo le orme del presidente, fuggito da Sanaa a metà febbraio.
L’aeroporto internazionale di Aden è stato chiuso e tutti i voli sono stati annullati. Circa cento passeggeri di un aereo in partenza per il Cairo sono stati costretti a scendere e a trovare riparo nel terminal. La torre di controllo dell’aeroporto e altre zone dell’aeroporto sono state danneggiate.
Il presidente Hadi e’ stato costretto alle dimissioni nel gennaio scorso, quando i ribelli sciiti Huthi, che in settembre avevano occupato Sanaa, lo avevano messo agli arresti domiciliari. Ma il mese scorso e’ riuscito a raggiungere Aden, l’ex capitale dello Yemen del Sud fino alla riunificazione del paese nel 1990, dove gode di un forte sostegno popolare, e ha ritirato le sue dimissioni.