Triste destino, quello di Teresa Costanza, la trentenne originaria di Favara, uccisa martedì 17 marzo a Pordenone, insieme al fidanzato. La ragazza era partita dal paese d’origine nel 2006 per lasciarsi alle spalle una realtà di violenza fosca. Uno zio, Antonio Costanza, fu vittima della lupara bianca, nel 1995. Lo racconta l’edizione del quotidiano La Repubblica di Palermo. Costanza fu erroneamente indicato come la spia che svelò agli investigatori il nascondiglio del boss Salvatore Fragapane, catturato dalle forze dell’ordine e, per questo, condannato a morte dalla mafia.
Il padre di Teresa Costanza, Rosario, imprenditore edile, nel 2006 decise di portar via la famiglia dalla Sicilia e partì per San Donato Milanese. La ragazza si laureò alla “Bocconi” e poi iniziò a lavorare in un’agenzia di assicurazioni; nel frattempo conosciuto Trifone Ragone, un sottufficiale dell’esercito di 29 anni, con il quale andò a convivere a Pordenone.
Intanto, vanno avanti le indagini sul duplice omicidio. Secondo il procuratore della Repubblica di Pordenone, Marco Martani, “L’arma utilizzata, una comune calibro 7.65, è poco potente e a volte inefficace, non una pistola che viene usata da killer professionisti. Circa l’indagine siamo alle battute iniziali e per domattina è in programma la duplice autopsia, cui parteciperà anche un perito balistico”.
A Pordenone indagheranno anche gli uomini del Ris di Parma e i colleghi del Reparto crimini violenti del Raggruppamento operativo speciale (Ros) di Roma. Gli investigatori non tralasciano alcuna pista, ma il killer sembra svanito nel nulla. Il procuratore Martani, ha lanciato un nuovo appello perchè chi ha visto qualcosa si presenti a deporre.