“In questi tre mesi il Parlamento della Repubblica italiana ha rotto quell’incantesimo che sembrava bloccarlo in un sostanziale elemento in stallo”. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel rendere al Parlamento l’informativa in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo, ha evidenziato i progressi dell’Italia, sul versante delle riforme istituzionali e della riduzione del cuneo fiscale, che hanno contribuito a cambiare il clima europeo, e si è detto convinto che negli ultimi mesi sia stata restituita centralità alla politica e che l’Italia abbia avuto la capacità di incidere sulle scelte europee.
Renzi ha indicato i principali fattori di ripresa economica a livello europeo: il piano Junker, la flessibilità, la politica monetaria espansiva della Bce (il cosiddetto Quantitative easing), il riequilibrio del rapporto tra euro e dollaro, la riduzione del prezzo del petrolio. Fattori che “dipendono dalla politica europea” e che riflettono secondo il premier il “cambiamento di vocabolario” verificatosi durante il semestre di presidenza italiana, grazie al quale si è “potuto finalmente voltare pagina”.
Renzi ha anche rivendicato l’operato del governo con l’approvazione della Legge di stabilità e il Jobs Act.
La vera ripresa si avrà, però, soltanto se il governo attuerà le riforme annunciate, ammonisce il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, quasi rispondendo al premier. “Possiamo farcela, naturalmente cogliendo i segnali positivi che ci arrivano dalla congiuntura economica internazionale, dal cambio euro/dollaro, dal calo del petrolio e dal Qe della Bce. Sono tutte spinte in questa direzione, però non dimentichiamoci mai che possiamo trovare una vera ripresa solo se metteremo mano, portandolo fino in fondo, al programma di riforme annunciato dal governo, al quale è stato dato il calcio di inizio” commenta Squinzi a margine di un convegno. In generale si vede qualche segnale positivo dell’economia legato anche a fattori esterni. È ancora presto per dire che c’è una ripresa. Mi auguro che nel corso di quest’anno si possa constatare una ripresa significativa, che non è lo 0,2%. Quando parlo di crescita penso sempre alla soglia minima del 2%” aggiunge. L’attuale previsione per il 2015 del centro studi di Confindustria si attesta per il momento allo 0,5%.
Nella riunione di Bruxelles del 19 e 20 marzo, si discuterà di politica energetica, che deve essere imperniata sulla sicurezza degli approvvigionamenti, sull’unità del mercato, sull’efficienza, sulla rinnovata centralità dei Paesi africani; dell’indipendenza dell’Ucraina e il partenariato orientale; della questione libica, che va ben oltre il problema dell’immigrazione e deve essere monitorata per la presenza di milizie facenti riferimento all’Isis. L’Italia, che ha rinnovato i rapporti con l’Egitto – ha detto Renzi -, si adopererà affinché sia riconosciuta a livello europeo la centralità strategica dell’Africa e del Mediterraneo.