Sulle tavole italiane torna la vera pajata dopo quasi 14 anni di assenza. Una mancanza dettata dalle restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte all’emergenza mucca pazza.
La lunga battaglia condotta dalla Coldiretti culmina con un il voto favorevole di Bruxelles dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea.
“Un risultato importante per consumatori, ristoratori, cuochi, macellatori e allevatori che oltre ad avere rilevanza sul piano gastronomico ha anche effetti su quello economico con la valorizzazione dell’allevamento italiano in un difficile momento di crisi”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “il determinante impegno del ministero della Salute”.
La Coldiretti spiega che viene modificato l’elenco degli organi a rischio e consente di recuperare la colonna vertebrale ma, soprattutto, l’intero pacchetto intestinale.
“Una decisione che – precisa la Coldiretti – mette fine ad un doloroso divieto e apre finalmente le porte al ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale”, ovvero fatto con la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte che è stato fino ad oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie dall’intestino d’agnello.