Anche l’Italia è entrata a far parte dell’Asian Infrastructure investment bank (Aiib), l’istituto promosso dal governo cinese che vorrebbe rivaleggiare con la Banca Mondiale e il cui allargamento sta irritando il governo degli Stati Uniti. La notizia è riportata dal Financial Times e ripresa dall’agenzia governativa cinese Xinhua.
Italia, Germania e Francia si apprestano a seguire il Regno Unito. L’istituto avrà a disposizione un bilancio di 50 miliardi di dollari. Fondato a Pechino lo scorso anno, conta già 29 Paesi aderenti e intende porsi come polo di attrazione per gli investimenti in Asia nelle infrastrutture e in particolare nei settori del trasporto, dell’energia e delle telecomunicazioni.
Secondo il quotidiano finanziario inglese, rappresenterebbe “uno degli elementi dell’ampia strategia di Pechino volta a creare nuove istituzioni economiche e finanziarie che ne accresceranno l’influenza internazionale”.
L’agenzia Xinhua dice che anche Corea del Sud, Svizzera, Lussemburgo e persino Giappone e Australia stanno considerando l’opportunità di aderire all’Aiib.