Cresce l’attesa per l’eclissi del prossimo venerdì, 20 marzo, che sta suscitando l’interesse anche dei non appassionati ad eventi simili. Un allineamento perfetto di Sole, Terra e Luna: l’ultima visibile dall’Italia è stata l’11 agosto 1999.
Si può fotografare l’eclissi? Si, è possibile, ma con i dovuti strumenti. Il Sole infatti, nonostante venga parzialmente oscurato, continua a emettere raggi ultravioletti, onde radio e infrarossi, e un’esposizione prolungata degli occhi può causare maculopatia solare o la cosiddetta “cecità da eclissi”, causando danni permanenti alla retina.
Che lo strumento usato sia una reflex o la fotocamera di uno smartphone, bisogna necessariamente applicare un filtro all’obiettivo: questi sono solitamente realizzati in mylar, una pellicola oscurante in grado di respingere i raggi solari, ma ha la pecca di dare una colorazione bluastra al Sole.
La soluzione più adottata è quella del vetrino da saldatore, che nonostante sia ottima per osservare l’eclissi, non è l’ideale se si vuole ottenere una foto professionale a causa della colorazione verdastra che lascia. Altro metodo è quello dell’applicazione di una lastra radiologica esposta e scurissima, oppure le code nere delle pellicole fotografiche, che devono però essere incollati su un supporto di vetro trasparente.
I filtri, il cui compito è quello di schermare la quasi totalità della luce solare, potrebbero essere tolti durante la totalità dell’eclissi, e nei secondi seguenti e precedenti.
Qualora si utilizzassero delle fotocamere professionali, è opportuno seguire le guide, facilmente reperibili online, relative alla sensibilità, l’esposizione e tutti le altre funzioni per ottenere un risultato ottimale.
Nel caso in cui si voglia utilizzare uno smartphone o con tablet, bisogna disattivare il flash e zoomare quanto più possibile: per questo motivo è consigliabile l’uso di un treppiede. Il risultato non sarà ovviamente ottimale, ma tentar non nuoce.
Leggi anche: