Cinque persone sono state arrestate a Palermo da polizia di Stato e carabinieri nell’ambito delle indagini sull’omicidio commesso il primo ottobre scorso nel mercato rionale del quartiere Cep, vittima Maurizio Quartararo.
Gli arrestati sono cinque, di cui quattro sono tutti fratelli: Lorenzo Marra, 41 anni, Marcello Marra, 37 anni, Enrico Marra, 35 anni e Salvatore Marra, 25 anni. I domiciliari sono stati invece concessi al quinto familiare Alfredo Marra, 30 anni.
Nella sparatoria rimasero feriti anche un fratello di Quartararo, Umberto, e un’anziana, Maria Maniscalco, zia del calciatore Totò Schillaci, colpita da un proiettile vagante. Gli arrestati sono i fratelli Marra, che secondo gli investigatori avevano vecchi rancori personali con i Quartararo.
Ci sarebbe una faida ventennale tra due famiglie – quella dei Marra e quella dei Quartararo -, legate tra loro anche da vincoli di parentela, dietro la sparatoria che, l’1 ottobre del 2014, costò la vita a Maurizio Quartararo. I Marra e i Quartararo litigavano dal ’99 e più volte si sono affrontati violentemente. L’ultima, l’1 ottobre, quando, dopo una lite tra due donne delle due diverse famiglie, Caterina Quartararo, sorella dell’ucciso, e Provvidenza Bonano, compagna di Marcello Marra, i Marra dopo avere minacciato di morte gli storici nemici, sono passati all’azione. Due, Salvatore e Marcello, si sono diretti dai fratelli Quartararo venditori ambulanti di frutta al mercato, e hanno sparato. Maurizio Quartararo è morto dopo 20 giorni, il fratello, colpito al torace, rimase ferito.
Altri due fratelli Enrico e Alfredo erano sul luogo dell’aggressione mentre il quinto, Lorenzo, avrebbe partecipato alla progettazione della vendetta. A portare gli investigatori sulle tracce degli assassini è stata la testimonianza di un poliziotto che ha notato una persona allontanarsi in tutta fretta dal luogo della sparatoria. Nessun contributo, invece, è venuto dalle vittime e dai testimoni. Le indagini della Scientifica e la prova dello Stab, nonché le intercettazioni hanno consentito agli inquirenti di arrivare ai colpevoli. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Palermo.
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