La “grande sorpresa e il grande dono” che Papa Francesco, secondo il cardinale Angelo Bagnasco, con l’indizione del Giubileo straordinario (dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016) “ha fatto alla Chiesa universale“, è già diventato per il laico panorama politico italiano l’argomento dell’ennesima polemica, con qualche sortita, forse nemmeno consapevolmente, comica.
A accendere gli animi, l’ipotesi di nominare un commissario al quale affidare poteri speciali per l’organizzazione dell’Anno Santo. È stato fatto il nome di Francesco Rutelli, ex sindaco della Capitale, che nel 2000 fu commissario dell’ultimo Giubileo. Lui ha già detto di non essere disponibile, ma la sola proposta ha scatenato reazioni polemiche.
Come quelle di Matteo Orfini, presidente del Pd, che ha commentato ironicamente su facebook: “Questo è il meglio che riusciamo a fare?”. Per il sindaco di Roma, Ignazio Marino, non c’è bisogno di commissari “La giunta – ha detto – è fatta di persone esperte”. Marino sarà a capo di un ‘pool’ composto da alcuni assessori della giunta capitolina, Guido Improta ai Trasporti, Giovanni Caudo all’Urbanistica, Maurizio Pucci ai Lavori Pubblici e Alessandra Cattoi, assessore con delega ai Grandi Eventi. Una squadra che dovrà collaborare a stretto contatto con Palazzo Chigi, col ministero dell’Interno, col Vaticano.
Ad aggiungere benzina sul fuoco, il sottosegretario alla Pubblica istruzione, Angelo Rughetti, che chiede che sull’organizzazione del Giubileo sia aperta una trattativa con la Santa Sede: “Credo che Città di Roma e Stato Vaticano debbano incontrarsi laicamente, per fare un’analisi della ricaduta di questa scelta e rendersi conto di quali sono gli effetti”, ha detto Rughetti. “Roma ha il diritto-dovere di dire ai Comuni della provincia e alla Regione qual è un modo per gestire insieme dentro questo spazio istituzionale, i criteri e le regole del finanziamento: va fatto un piano industriale del Giubileo che coinvolga tutti”. “E’ una partita che non riguarda solo Roma. Prima di parlare di soldi bisogna affrontare la questione metodo. La parola d’ordine è sinergia e collaborazione istituzionale”, ha agiunto Rughetti che solleva un altro fronte di allarme: “Nonostante gli sforzi di Marino, una inadeguatezza amministrativa è sotto gli occhi di tutti. Nessuno pensi di avere la bacchetta magica. Bisogna sedersi attorno a un tavolo e trovare soluzioni”.
Secondo il segretario della Lega Nord, Salvini, “Sicuramente affaristi, trafficoni e amici di Mafia Capitale sono pronti”. “Le opere del Giubileo saranno controllate tutte, una per una”, dice, invece, l’assessore alla Legalità del comune di Roma, Alfonso Sabella, che spiega: “inevitabilmente se il Giubileo porta denaro aumentano gli appetiti mafiosi. Proveremo a incrementare ulteriormente l’attenzione”.
Resta una polemica tutta interna al Pd, che Francesco Storace fustiga con sarcasmo:”Sul Giubileo, il Pd litiga per il Commissario. L’hanno scambiato per la festa dell’Unità”. Chi esce dai confini del realismo, per consegnarsi al permetro della macchietta è il leghista Calderoli che chiede al Papa di convocare il Giubileo a Milano.
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È molto spesso sconcertante ascoltare le saccenti e insensate dichiarazioni di certi deputati. Mi pare che il reatino “demonecratico” RUGHETTI Angelo riesca a pieno ad evidenziare la propria incapacità amministrativa, inoltre visto il suo originale calcolo, dubito conosca l’aritmetica, basterebbe un elementare calcolo per capire quanto l’afflusso e la permanenza media dei pellegrini di quattro giorni nell’Urbe porterebbe guadagno e non perdite all’economia locale. Mi duole constatare che personaggi con una simile ristrettezza di vedute siano preposti a posti di responsabilità nell’ amministrazione dello Stato italiano. Nel frattempo il garibaldino deputato cominci ad imparare quanto segue: “SE SI VUOLE CONSEGUIRE UN QUALSIASI RICAVO, BISOGNA PRIMA AFFRONTARE DELLE SPESE”, spero che non si consegni la gestione dei Capitolini esborsi a tipi alla Carminati o similari personaggi.