Il Consiglio di sicurezza dell’Onu e la comunità internazionale sono responsabili per “l’anno più terribile” del conflitto siriano.
Le pesanti accuse sono contenute in un rapporto dal titolo “Fallimento colpevole in Siria” stilato da 21 organizzazioni in difesa dei diritti umani, in cui si criticano gli Stati per non essere stati capaci di far applicare una serie di risoluzioni del Consiglio di sicurezza del’Onu per proteggere i civili vittime della guerra che sta distruggendo la Siria da quattro anni.
After 4 years, they don’t want to think about war in #Syria anymore either. #withSyria pic.twitter.com/yP00n94g7O
— Save the Children US (@SavetheChildren) 11 Marzo 2015
Nel 2014 tre risoluzioni avevano chiesto ai belligeranti di proteggere i civili. “Purtroppo – afferma il rapporto – le risoluzioni e la speranza che esse portavano, sono divenute vuote di senso per i civili siriani. Esse sono state ignorate o ostacolate dai belligeranti, da Paesi membri dell’Onu e perfino da membri del Consiglio di sicurezza”. Il 2014 è l’anno più sanguinoso del conflitto, con almeno 76mila persone uccise su 210mila dal 15 marzo 2011.
As #SyriaCrisis enters 5th year, 14m children are now suffering across region http://t.co/0Hq98HOlfR #childrenofsyria pic.twitter.com/IjJzzcfkW0
— UNICEF (@UNICEF) 12 Marzo 2015
Fra le ong che hanno firmato il rapporto vi è l‘Oxfam, l’International rescue Committee e Save the Children. Esse affermano che almeno 7,8 milioni di siriani vivono in zone di “difficile accesso”, impossibilitati a ricevere aiuti. Davanti ai bisogni crescenti, vi è stata anche una diminuzione degli aiuti: nel 2014, è stato raccolto solo il 57% dei fondi necessari; nel 2013 solo il 71%.