Operazione della Guardia di finanza contro la cosca Piromalli. I militari hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, sequestrato 12 società e beni per un valore di 210 milioni di euro, nel corso di 26 perquisizioni in Calabria, Campania e Toscana.
L’indagine ruota attorno ad un imprenditore della Piana di Gioia Tauro, Alfonso Annunziata, legato alla cosca Piromalli, che in qualche anno da semplice venditore ambulante nei mercatini rionali è riuscito ad essere a capo di un “impero” nel settore dell’abbigliamento e proprietario del parco commerciale più grande della regione, anch’esso sequestrato.
L’operazione, denominata “Bucefalo“, è stata eseguita in collaborazione con il Nucleo speciale di Polizia valutaria e dallo Scico di Roma. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Reggio Calabria. I reati contestati sono sono associazione per delinquere di stampo mafioso, contraffazione, frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Secondo gli investigatori, il business creato da Annunziata sarebbe stato sotto la protezione dei Piromalli, che lo difendevano dalle potenziali minacce di altre cosche criminali concorrenti. Un accordo criminale che avrebbe consentito all’imprenditore colluso di imporsi sul mercato agendo da assoluto monopolista.
“Un cancro, una vera e propria metastasi alla quale il Governo sembra essere totalmente indifferente”. Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi. “Da due anni – prosegue la dirigente sindacale – la Cgil, insieme a Libera, Arci, Acli, Avviso Pubblico, ha consegnato al Parlamento la proposta di iniziativa popolare ‘Io Riattivo il Lavoro’ per dare alla gestione delle aziende confiscate gli strumenti per ritornare alla legalità e ancora né il Governo né il Parlamento hanno trovato il tempo di occuparsene e decidere“.