La polizia di Catania ha sgominato quattro organizzazioni criminali che agivano nei rioni di Trappeto, Cibali, Barriera e Picanello. Venticinque persone sono state già arrestate e tre sono ancora irreperibili. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata ai furti, ricettazione, riciclaggio ed estorsioni. La banda, dopo aver rubato un’auto o una moto, era solita chiedere ai proprietari un “riscatto” per la restituzione dei veicolo.
Gli arrestati, con relativi nomignoli forniti dagli investigatori sono Francesco Cacia, 33 anni; Daniele Cadiri, 33 anni, soprannominato “Padre Pio”; Elio Catania, 47 anni; Maurio Famà, 36; Vittorio Fiorenza, 34 anni, detto “Pesce”; Davide Giarrusso; 38 anni, “A Lalla”; Benedetto Giuseppe La Martina, 52 anni, inteso “Pippuzzu o Pippo”; Davide Maccarone, 39 anni, detto “Talebano”; Michael Giuseppe Magliuolo, 23 anni; Agatino Muni, 33; Giuseppe Palazzolo, 48 anni, chiamato “Macchinetta”, “Pippu de Machini”, Pippu ca’ lenti”; Gaetano Petralia, 35 anni, soprannominato “’u nanu”; Massimo Salvatore Prestandrea, 40 anni; Daniele Raineri, 40, detto “Pesciolino”; Jonathan Angelo Recca, 28 anni; Giuseppe Alessio Salici, 31; Antonino Santonocito, 47 anni, ovvero “Nino Trippa”; Carmelo Salvatore Scordino, 37 anni; Davide Cadiri, 39 anni, detto “Tedesco”; Giacomo Campofiorito, 37 anni, Luca Fiorenza, 22; Pietro Gangemi, 55 anni, cioè “Petru ‘u latru”; Francesco Munzone, 37 anni; Alessandro Trovato, 51; Luciano Viglianesi, 38; Massimo Zuccarà, 43 anni.
Secondo gli investigatori, le auto potevano essere smantellate per i pezzi di ricambio, oppure ritornavano ai legittimi proprietari dopo il pagamentyo di una “tangente”. I quattro gruppi erano in collegamento tra loro, anche se agivano autonomamente, ma erano pronti a scambiarsi favori o a fare affari insieme.
Catania è tra le prime città italiane per i furti d’auto. Tra gli indagati ci sono anche alcune vittime di furti perché non avrebbero denunciato le estorsioni: per loro l’accusa è di favoreggiamento.