Sono indagati dalla procura di Roma per truffa ai danni dello stato i 36 piloti aerei che percepivano l’indennità prevista dalla cassa integrazione benché lavorassero regolarmente all’estero per altre compagnie, con uno stipendio oscillante tra i 13 e i 15 mila euro. All’erario italiano il loro “giochetto” è costato circa 20 milioni di euro. Ma finalmente adesso la Guardia di finanza passa a reclamare il dovuto.
Le fiamme gialle, racconta il “Messaggero”, vanno avanti con i loro calcoli e i loro incroci di dati per fare chiarezza sulla truffa, ma i primi sequestri preventivi sono già scattati: 300 mila euro da conti correnti e abitazioni. Finora gli illeciti dei piloti riguardano 44 denunce in procura per circa 9 milioni di euro. Una cifra destinata a crescere, visto che le posizioni considerate a rischio riguardano almeno 330 solo tra i piloti.
Messe sotto esame le buste paga di 200 dipendenti del settore volo, tra personale viaggiante e di terra.
E adesso siamo ai sequestri, che riguardano fino a questo momento un pilota di Rimini, uno di Milano, uno di Pavia e due di Velletri. Si è potuto procedere al sequestro sul conto corrente solo per quello di Pavia, che aveva lasciato una cifra sufficiente. Per gli altri si è proceduto a ipotecare le case. Individuate inoltre anche altre otto posizioni che fanno salire il conto danni a circa 9 milioni di euro.